Martedì le dichiarazioni del Neuromed, di proprietà della famiglia Patriciello: siamo stati danneggiati dal piano operativo e ricorreremo alla Corte Costituzionale contro la manovrina che lo ha approvato con legge nazionale. Una presa di posizione forte, che in molti hanno letto come un avviso al presidente-commissario Frattura (per alcuni già un divorzio con Patriciello). In breve, tutti l’hanno buttata in politica, al contrario delle intenzioni dichiarate della nota dell’Irccs. Il giorno dopo il commento del governatore è di cautela: «Aspettiamo che si pronunci la Consulta nel rispetto delle regole. Ritengo sia legittimo l’atteggiamento di chiunque sia direttamente o indirettamente coinvolto». D’altro canto ha ribadito la «bontà del percorso seguito soprattutto considerando quanto accaduto per la Regione Abruzzo nel 2011, quando il Tar Abruzzo impugnò l’approvazione (del piano di Chiodi, ndr) con legge dello Stato. Vedremo cosa accadrà». Va però al contrattacco ‘girando’ la nota del Neuromed all’attenzione dei suoi avversari, a chi «continua a dare una visione dei rapporti sanità-politica diversa da quella che si evince con questa impugnativa».
A far discutere, forse addirittura più della nota del Neuromed, gli ambienti politici è l’uscita del governatore abruzzese D’Alfonso che punta all’utenza molisana per il nuovo ospedale di Vasto. Accuse a Frattura, di immobilismo, sono piovute dall’ex presidente Iorio.
A D’Alfonso, Frattura replica «con un sorriso». Compagni di partito e anche amici, ma in politica competition is competition, si coglie la volontà di non ‘litigare’ da parte del presidente del Molise. «A Luciano rispondo che, a fronte di un ospedale da costruire, a Termoli noi abbiamo un ospedale a norma e che, riqualificato ed efficientato dalla nostra riforma, sarà il San Timoteo ad essere attrattivo per i pazienti abruzzesi. Io ho tutto l’interesse a che le discipline che presentano uno storico di qualità soddisfino sempre più anche i malati delle altre regioni, a partire dal vicino Abruzzo». Non c’è una competizione ad arraffare l’uno i pazienti dell’altro, però, chiarisce. «Tanto che grazie alla collaborazione con l’amministrazione D’Alfonso abbiamo raggiunto il risultato di ospedale di area disagiata per Agnone e sempre con gli accordi con l’Abruzzo rendiamo attrattivo Termoli». A Iorio, invece, risponde che «grazie allo sfacelo che lui ha prodotto abbiamo sofferto la forte mobilità passiva verso Vasto». Dove, soprattutto dal basso Molise, tante donne andavano (e vanno) a partorire. L’obiettivo, chiude Fratura, è recuperare quella mobilità passiva. r.i

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