Già migliaia di «reazioni», tra like ed emoticon, condivisioni e commenti su Facebook. E 4mila visualizzazioni su Youtube in poche ore.
«Il sole splende lo stesso» è il titolo del testo in musica, ideato, composto, arrangiato e prodotto da Giorgio Prigioniero e un gruppo di amici di Petrella Tifernina.
Pensieri e parole buttati su un foglio A4 e trasformati su un pentagramma. Tutto è accaduto già solo osservando il paese in cui loro stessi vivono e dove – confessano – «non c’è rimasto più nessuno».
E poi ispirazione a go-go mentre i telegiornali inviano le immagini dei disperati che fuggono dalla guerra, delle mamme che piangono sui barconi mentre attraversano il mar Mediterrano, delle istituzioni spesso ‘sorde’ alle richieste di aiuto di giovani e meno giovani, italiani e non, poveri e disperati.
Una canzone che, però, da grido di allarme sociale si trasforma in messaggio di speranza che nasce nel cuore di chi soffre. Dopo l’amara consapevolezza di essere inevitabilmente testimoni di un mondo che sta andando a rotoli, questi ragazzi si rendono conto che tuttavia il cuore non ha alcuna intenzione di cedere alle angherie, ai soprusi, al razzismo, all’indifferenza delle istituzioni, al terrore e alla morte.
E quindi anche se «scappano tutti», loro no. Non vogliono fuggire. Non vogliono perché, lì, dietro le montagne, a volte offuscato, altre volte più limpido, c’è un sole che «splende lo stesso» e finché irraggia e arde vuol dire che c’è vita e c’è speranza. E quindi che qualcosa, insieme, si può cambiare.
Seguire l’esortazione di Giorgio&Co – «cambiare in meglio ciò che possiamo cambiare senza forzatamente rinunciare a ciò che ci appartiene: ad esempio la nostra terra. Solidarizzare con chi ha bisogno, accogliere chi si nasconde dalla violenza…» – forse è più facile se accompagnata dalla loro musica. Orecchiabile al punto che dopo averla ascoltata già soltanto una volta, si finisce col trascorrere una giornata a canticchiarla quasi fosse una zecca attaccata alle sinapsi neuronali.
Questo video che sta spopolando in rete è l’esempio che senza spostarsi di molto è possibile raggiungere migliaia di persone in un colpo solo e provare a rendere «qualcosa migliore». Sì, basta avere un account e una buona connessione Internet ma la tecnologia nulla può se non c’è dietro un messaggio da lanciare. Efficace. Che sappia sorprendere e stupire. E questo video ha colpito nel segno.
La popolarità raggiunta sui social non era certo il suo obiettivo. Piuttosto, l’effetto collaterale. Ma ben venga se la tecnologia mette le ali a un manifesto sociale, semplice, sobrio e proprio per questo capace di arrivare a chiunque. Ci.N.

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