Nessun obolo per assistere alla Ndocciata dell’Immacolata, la manifestazione del fuoco più antica del Continente e riconosciuta patrimonio d’Italia.
È l’orientamento dell’amministrazione comunale che oggi siederà al tavolo tecnico per la sicurezza in programma presso la sede della Protezione civile. All’incontro prenderanno parte i responsabili della questura di Isernia, la Polstrada, i Carabinieri, i Vigili del fuoco del comando provinciale, la Polizia municipale, le associazioni di volontariato. Il balzello, istituito l’anno scorso nei maggiori varchi per accedere in città e che tanto fece discutere, dunque sarà abolito. Pullman, camper e auto private provenienti da fuori pagheranno solo il parcheggio nelle aree prestabilite dagli organizzatori.
«Di concerto con i gruppi che sfileranno lungo il corso principale di Agnone, abbiamo deciso di accantonare l’esperimento della passata stagione dovuto principalmente a direttive imposte dopo i fatti di Torino sul monitoraggio dei mezzi in entrata – dichiara il primo cittadino Lorenzo Marcovecchio -. La Ndocciata dell’Immacolata è oramai diventato un evento a carattere nazionale che catalizza la curiosità e le aspettative di migliaia di turisti. Con le associazioni di volontariato e la Pro loco, lavoriamo affinché la manifestazione, una volta per tutte, possa autofinanziarsi senza gravare sulle tasche dei cittadini».
Intanto in città inizia l’attesa per il classico passaggio del fiume di fuoco che nel dicembre del 1996 in Vaticano scaldò il cuore di papa Giovanni Paolo II in occasione del cinquantesimo anniversario del suo sacerdozio. E’ così che alberghi, ristoranti, B&b della zona continuano a ricevere prenotazioni per una manifestazione che rappresenta un veicolo pubblicitario dalle enormi potenzialità nonché una vera e propria boccata di ossigeno sul piano economico per le attività commerciali. In alto Molise attesi anche numerosi addetti ai lavori dei media che racconteranno un rito dalle origini antichissime, esaltazione della civiltà contadina la quale non intende perdere una tradizione tramandata dai propri avi, ovvero il glorioso popolo Sannita.

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