L’allegria dei giorni di festa che precedono il Natale ad Agnone si è annullata. Il tempo si è fermato in un silenzio assordante rotto solo dai rintocchi delle campane che hanno accolto ieri pomeriggio il feretro di Pina Orlando. Ad abbracciare per l’ultima volta la giovane mamma c’era l’intera comunità, ancora troppo straziata per una tragedia che ha profondamente sconvolto la cittadina altomolisana. La chiesa di Santa Maria di Costantinopoli non è riuscita a contenere i tanti familiari, amici e conoscenti che hanno voluto dire addio per l’ultima volta alla 38enne, morta nelle gelide acque del Tevere. Nessuno però è andato via. Chi non è riuscito a trovare posto è rimasto nel piazzale antistante ad aspettare l’uscita del feretro per poi accompagnarlo al cimitero.
Un dolore lacerante, ma composto. Quello del marito Francesco che, solo pochi anni fa, nella stessa chiesa le aveva giurato amore eterno. E poi quello della famiglia e degli amici, che con poche ma struggenti parole hanno voluto ricordare Pina. «Ti abbiamo vista entrare in questa chiesa – hanno scritto in un messaggio – da splendida sposa. Sei stata per tutti noi un’amica sincera. Abbiamo avuto l’onore di conoscerti, conoscendo il tuo cuore e i tuoi sogni e abbiamo condiviso i tuoi desideri. Siamo stati accanto a te a Francesco, ma forse meno di quanto avremmo voluto nelle difficoltà che vi hanno portato ad essere una mamma e un papà. Ora ti dobbiamo salutare travolti da una disperazione infinita per te, per i tuoi cari e soprattutto per il nostro Francesco, amico di una vita».
Ad officiare la santa messa è stato il vescovo di Trivento, monsignor Claudio Palumbo, che ha iniziato la sua omelia rivolgendo alla famiglia di Pina e all’intera comunità di Agnone una parla di vicinanza e condivisione «per questo profondo dolore arrivato proprio mentre ci si preparava a vivere un momento di fratellanza e di fede per il Natale del Signore. Il silenzio – ha continuato il vescovo – è la migliore parola, quella più eloquente in questo momento così drammatico dove siamo ricondotti a quel rapporto misterioso ma reale che lega ciascuno di noi, ciascuna vita con colui che è il Signore della vita, che stabilisce i tempi del nascere e del morire. È in questo silenzio della parola creatrice noi vogliamo che la nostra fede parli, perché il congiungimento con il Signore Dio e con la radice della nostra esistenza avvenga in quella stessa alba della prima Creazione. Vogliamo vivere un silenzio abitato dalla fede, perché la Misericordia di Dio possa operare nell’anima di Giuseppina e nell’anima di ciascuno di noi per una nuova rinascita. E così – ha poi concluso – mentre chiniamo la testa a una volontà superiore che razionalmente è incomprensibile noi vogliamo avere il coraggio, come il nostro Patriarca Abramo, di saper dire al Signore: ‘Sia fatta la tua santa volontà’ , perché la vita va ben oltre la semplice esistenza terrena».
Terminato il rito funebre, accompagnata da fiori e lacrime, la salma della giovane mamma è stata accompagnata al cimitero per la sepoltura. Quel che rimane è una ferita profonda che resterà impressa nella memoria collettiva di Agnone.

Sul ponte Testaccio  fiori e palloncini: dono d’amore alle gemelline

Fiori e palloncini bianchi: sono quelli lasciati dai passanti sul ponte Testaccio a Roma, nel punto in cui la 38enne di Agnone Pina Orlando, si è lasciata cadere nel Tevere insieme alle sue gemelline. Anche per tutta la giornata di ieri le ricerche sono andate avanti, ma ancora senza esito. Polizia fluviale e vigili del fuoco non hanno mai smesso di cercare i corpicini delle neonate. In campo anche la Protezione civile che ha setacciato le sponde con i cani. I soccorritori hanno scandagliato gli argini del fiume ispezionandone l’intera area golenale anche con l’unità cinofila molecolare. Utilizzato anche un apparecchio che permette di scandagliare in fondo del fiume fornendo in tempo reale immagini morfologiche di tutto quello che si trova sommerso. «Secondo i sub – scrive il sito di informazione online Leggo.It -le bimbe sono state trascinate verso la foce dalla forte corrente ed è facile ipotizzare che riaffioreranno a galla quando le acque si riscalderanno con l’ aumento della temperatura atmosferica. Sorvegliata speciale da parte dei soccorritori da foce del Tevere a Fiumicino, dove si suppone siano arrivati per la forte corrente i corpi di Sara e Benedetta».

Deborah Di Vincenzo

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.