Se un’azienda pubblica o privata non riesce a fornire servizi ai propri clienti, prima o poi, è condannata a fallire. Un concetto semplice ma allo stesso tempo che rende l’idea su quanto accade all’ospedale ‘San Francesco Caracciolo’ dove l’Asrem non riesce a garantire la presenza di personale medico. Ad enunciarlo il consigliere comunale Daniele Saia di ‘Nuovo Sogno Agnonese’ durante i lavori dell’assise civica, molto partecipata, tenutasi ieri l’altro a Palazzo San Francesco. Saia replica così alle dichiarazioni di Antonio Forciniti, direttore amministrativo dell’Asrem, salito in Alto Molise per confermare un fatto arcinoto, ovvero che i medici non vogliono venire a lavorare nel presidio di confine.
«Abbiamo bandito un concorso su scala regionale e assunto 16 medici a tempo indeterminato di cui tre destinati al reparto di Medicina di Agnone, ma una volta assegnata loro la sede hanno rifiutato» ha detto l’ex capitano dei Nas. «La nostra volontà è quella di tenere aperta la struttura che reputo uguale a quelle di Campobasso, Isernia e Termoli, tuttavia siamo in forte difficoltà a reperire camici bianchi da assegnare al Caracciolo. Intanto nelle settimane scorse – ha svelato Forciniti – in un riunione tenuta nel capoluogo abbiamo convocato e chiesto ai primari di Medicina della rete sanitaria molisana di dare una mano all’ospedale di Agnone. Ed ancora siamo pronti a fornire un alloggio a chi deciderà di prendere servizio al Caracciolo. Al tempo stesso non possiamo obbligare nessuno se non per trenta giorni, cosa che sinceramente non ci sentiamo di fare. Chi verrà ad Agnone dovrà farlo con le giuste motivazioni e soprattutto consapevole di assicurare continuità, altrimenti saremo sempre punto e a capo». Dunque il reperimento di medici da assegnare al reparto guidato dal primario Giovanni Di Nucci, per l’Asrem resta la priorità assoluta, ma Forciniti, incalzato dall’assessore comunale Edmondo Amicarelli, va oltre annunciando novità per l’area chirurgica, Pronto soccorso e laboratorio di Radiologia.
«Siamo convinti che mandare chirurghi e anestesisti per interventi in day surgery non sia un grosso problema e lo faremo attingendo dal Veneziale o da altri ospedali; per quanto riguarda il Pronto Soccorso il problema resta sempre quello dei medici e al tempo stesso è necessario intercettare spazi adeguati all’interno dello stabile. La Radiologia? Avete ragione, come Asrem abbiamo richiesto l’acquisto di una nuova Tac (peccato che la pratica è incagliata da circa 18 mesi negli uffici della Centrale unica di committenza, come svelerà più tardi il consigliere regionale, Andrea Greco, ndr) e sul personale cercheremo di far ruotare i radiologi». Fare presto e stilare un crono programma immediato, la richiesta del consigliere di minoranza, Vincenzo Scarano.
«Non c’è più tempo da perdere, tra meno di un anno si rischia di azzerare il reparto di Medicina e allora sì che sarebbe la fine per un ospedale di vitale importanza per il territorio. Serve un piano d’intervento e tempi certi».
Maurizio Cacciavillani, ex vice sindaco della giunta Carosella e rappresentante di Nuovo Sogno Agnonese’, rimette in dubbio lo status di “ospedale di area particolarmente disagiata”. «Si fanno i conti senza l’oste – esordisce – quanto ottenuto dalla giunta Carosella e inserito nel Pos 2015-2018 non va dato per scontato. Oggi siamo di fronte ad un nuovo Piano operativo sanitario che andrà vidimato dal nuovo commissario il quale resta l’unico interlocutore con cui dialogare, credo si stia facendo molta confusione». Ed ancora Cacciavillani torna sugli accordi di confine con la Regione Abruzzo. «Sono l’unica salvezza per il nostro ospedale. Allargare il bacino di utenza del Caracciolo al di fuori dei confini regionali, come tra l’altro sottoscritto in passato con l’assessore alla Sanità abruzzese Silvio Paolucci, è un discorso da riprendere repentinamente. Identica cosa va fatta con Trivento e Frosolone. Portare a 40mila utenti il raggio di azione del presidio agnonese ha certamente un peso considerevole rispetto a quel numerino che oggi viene accostato al Caracciolo con 9mila residenti». Intanto è sempre giallo sui famigerati accordi di confine.
Infatti se per Cacciavillani esiste un documento ufficiale che giace in qualche cassetto al ministero nella capitale, per Forciniti gli accordi di confini restano una mera volontà verbale dell’Abruzzo. «Naturalmente mi auguro di sbagliare – aggiunge il direttore amministrativo dell’Asrem -. Se l’Abruzzo ha intenzione di far venire qui da noi medici, li accoglieremo a braccia aperte». A riguardo Saia stuzzica Marcovecchio. «Al di là del confine le regionali sono state vinte da un esponente (Marsilio, ndr) del centrodestra che non avrà problemi a dialogare con il nostro sindaco, il quale, se non erro, fino a qualche anno fa appartenente allo stesso partito, Fratelli d’Italia». Per Andrea Greco, consigliere regionale del M5s la «Regione deve necessariamente investire risorse su formazione e borse per specializzandi. Solo così – ammette – si potrà sopperire alla carenza di personale medico. Inoltre non prenderei neppure in considerazione l’ipotesi pubblico – privato considerato l’extra budget che esiste in provincia di Isernia per le strutture convenzionate». Di parere opposto il primo cittadino Lorenzo Marcovecchio che chiosa: «Quella del pubblico – privato è una ipotesi che non scarterei a priori e sulla quale occorre un approfondimento maggiore». Per ulteriori sviluppi, l’assise si è data appuntamento tra un mese. Inutile ribadire che alle parole, ora occorrono solo i fatti. Tutto il resto è aria fritta. L’ennesima per un territorio che rischia di vedersi scippato l’ultimo avamposto a salvaguardia dell’articolo 32 della Costituzione che recita testualmente: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».

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