Immobili ai cinesi, biomasse, fibra ottica e sbocco sul Sangro. Di mezzo il futuro dell’ospedale ‘Caracciolo’, baluardo della sanità pubblica del territorio. Lorenzo Marcovecchio detta l’agenda sui progetti futuri della cittadina altomolisana. Il sindaco di Agnone al suo terzo anno di governo, in una lunga intervista rilasciata al mensile l’Eco de l’Alto Molise si confessa. Il giovane avvocato parte subito con la realizzazione di una centrale a biomasse che dovrebbe nascere lungo la provinciale che collega Agnone a Belmonte del Sannio su un terreno di un imprenditore locale. L’impianto, a quanto pare, dovrebbe essere alimentato da vari sub strati quali letame, residui organici, mais e altro.
«Speriamo di superare gap e resistenze in essere – esordisce il sindaco – il progetto è pronto e in attesa dei pareri. Dal mese di settembre la centrale potrebbe essere operativa e impiegherebbe una decina di unità lavorative». Una notizia, la quale, non entusiasma i gruppi di minoranza a Palazzo San Francesco che sull’installazione della centrale intendono vederci chiaro. Altra novità è l’annuncio di Marcovecchio ad aprire possibili trattative con imprenditori asiatici, in particolari cinesi, interessati agli immobili inutilizzati. A riguardo sottolinea il primo cittadino: «Ho scritto a varie ambasciate per vedere se ci sono interessi in merito visto che alcune stanno investendo in Molise. Magari a canone agevolato o dando loro delle opportunità economiche. Attendo risposte. Il nostro Bilancio soffre ed è innegabile. Continuiamo a mantenere i servizi inalterati anche se la popolazione cala ed i costi da sopportare aumentano. Le tasse non hanno subito rialzi e abbiamo confermato nell’ultimo consiglio le tariffe già in essere».
Altro cavallo di battaglia è l’arrivo della fibra ottica. «A Montecarlo dove sono stato ultimamente per i paesi del circuito ‘Bandiera Arancione’ è nata la possibilità di inserire il 5G nelle realtà con meno di 5 mila abitanti. Appena rientrato abbiamo immediatamente aderito con atto deliberativo. Inoltre nelle ultime settimane siamo stati a Palena con operatori della Telecom che aggancerà la fibra. I tempi non saranno lunghi». Poi l’attenzione si sposta sulla scottante tematica dell’ospedale cittadino con Marcovecchio che a quasi a sorpresa difende il governatore Donato Toma. «Sotto il profilo politico, Toma non è stato messo in condizione di operare come Frattura che era commissario alla Sanità. L’errore è che ci siamo fidati erroneamente degli accordi di confine e delle varie promesse che si sono rilevate mere illusioni. Il grande paradosso è quello che con l’eventuale chiusura del Caracciolo, cosa che scongiureremo con ogni mezzo, si risparmierebbero 3,8 milioni di euro, una cifra che nel computo totale della sanità regionale, che vale 157 milioni di euro, equivale alle briciole. Se parliamo di ospedale di Area Disagiata pretendiamo tutti i servizi che spettano alle popolazioni montane, ma che oggi il Caracciolo non ha. I medici non vogliono venire mi sembra una vera fandonia. Le maniere ci sono. Non bisogna accantonare la pista del pubblico-privato. Vediamo se c’è volontà per salvare la struttura».
Infine viabilità e Ndocciata. Anche in questo caso Marcovecchio appare avere le idee chiare. «Penso al III lotto della fondovalle Verrino non come una strada per andar via, ma come un’arteria per tornare nei nostri paesi magari incentivando il pendolarismo. Sono sicuro che lo sbocco sul Sangro cancellerà l’atavico problema dell’isolamento che viviamo da sempre. Inoltre non bisogna sottovalutare come l’eventuale realizzazione dell’opera collegherebbe il Tirreno con l’Adriatico passando per l’Alto Molise, potete immaginare le ricadute sotto tutti i punti di vista».
In ultima battuta il sogno di portare la Ndocciata oltreoceano dove esiste una numerosa comunità di agnonesi. «Porteremo la Ndocciata in Canada a Pasqua 2020. In accordo con la dirigente scolastica insegneremo il turismo di ritorno ai nostri bambini rispolverando un vecchio progetto (quello dei Paward) con un finanziamento di 120 mila euro». Queste le sfide che nei prossimi due anni attendono la giunta Marcovecchio. Se son rose fioriranno.

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