La bomba è deflagrata nel tardo pomeriggio di giovedì, quando all’interno di ciò che resta del San Francesco Caracciolo è giunta la comunicazione. A partire da lunedì 8 luglio il Pronto soccorso erogherà il servizio h12. La disposizione è a firma di Gennaro Sosto, dg Asrem, Antonio Lucchetti, direttore sanitario e Antonio Forciniti, direttore amministrativo. Alla base del nuovo provvedimento la cronica carenza di medici.
«La carenza di personale medico di cui soffre la Asrem – scrive la triade – coinvolge anche i Pronto soccorso, che rappresentano una delle aree cruciali di intervento per la gestione dell’emergenza. A tal proposito si precisa che l’Asrem ha esperito, per la disciplina Mcau, procedure di mobilità, concorsi, stipulati contratti libero professionali e attinto personale anche da graduatorie di discipline affini, senza reperire il numero di specialisti necessari a soddisfare il fabbisogno aziendale e non ha acquisito, in particolare, la disponibilità di dirigenti medici vincitori di concorsi espletati dalla Asrem nell’ultimo anno, ad accettare l’incarico per la sede di Agnone».
Insomma, nulla di nuovo. Con la solita litania, quella ripetuta in assemblee pubbliche e incontri fatti sul territorio, che prende forma: «Nelle more la struttura richiede una temporanea rimodulazione dell’orario di servizio compatibile con la dotazione del personale al momento disponibile, che non consente la copertura h24 del presidio, come evidenziato nella nota a firma del dottor Potena responsabile del Pronto soccorso, articolando l’orario dei medici in servizio presso il Pronto soccorso del presidio di Agnone, in guardia attiva nelle 12 ore diurne». Dopodiché la mazzata finale. «A partire da lunedì 8 luglio si dispone la rimodulazione dell’orario di servizio presso il Pronto soccorso del presidio di zona disagiata di Agnone, articolato in guardia attiva nelle 12 ore diurne 8-20,00. Inoltre la postazione del sistema Set 118 regionale di Agnone – concludono – garantisce la presa in carico e la gestione delle emergenze – urgenze, assicurando la centralizzazione dei pazienti presso i presidi della rete ospedaliera aziendale che dispongono di un livello organizzativo coerente con la complessità assistenziale del caso da trattare». La notizia scatena le ire del popolo del web che su facebook si scaglia contro la decisione. Innumerevoli i commenti i quali vedono bersaglio preferito i vertici Asrem. Tra i tanti quello di don Francesco Martino. «Mi aspettavo tutto questo perché l’Asrem ha un piano ben preciso: chiudere l’ospedale di Agnone. Dovete però sapere tutti – scrive il sacerdote da sempre impegnato per la lotta a salvaguardia dell’ospedale montano – altri che poi interverranno avevano trovato medici disponibili a coprire il servizio. La stessa storia di quando trovammo un nefrologo disponibile a venire, ma poi ce lo fecero scappare. Cari consiglieri regionali, sindaci, governatore: abbiate il coraggio di censurare la dirigenza Asrem incapace e indolente nell’affrontare e risolvere i problemi dell’utenza».

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