Nella notte tra venerdì e sabato l’orsa Peppina è tornata nelle campagne del centro alto molisano per far visita a due pollai. L’esemplare femmina di orso è ormai diventata frequentatrice abituale della zona, dove spesso si aggira di notte con i suoi tre cuccioli al seguito in cerca di cibo, riportando non pochi danni agli allevamenti alto molisani. Intanto, nella notte tra ieri e venerdì, sono intervenuti anche i militari della Stazione Carabinieri Forestale di San Pietro Avellana, per verificare i danni provocati dall’Orsa Peppina. Gli operatori hanno infatti accertato che la famiglia di orsi è scesa dal bosco e si è diretta presso un’azienda agricola dove sono custoditi animali da allevamento; secondo quanto rilevato dai militari l’orsa ha predato conigli e galline. Nella mattinata di ieri il personale dell’Asrem ha fatto un sopralluogo all’azienda per individuare l’indennizzo. Da quello che si è potuto capire, la famiglia di orsi si muove prevalentemente nei piccoli allevamenti a carattere familiare, con lo scopo di cercare cibo per incamerare grassi e proteine che permetteranno di affrontare l’imminente letargo. L’associazione “Salviamo l’orso” intanto sta provvedendo a sue spese ad erogare gli indennizzi agli allevatori, in tempi brevi, nell’intento di mitigare il conflitto tra orso e uomo.
Il dottor Antonio Liberatore, responsabile regionale di Salviamo L’Orso e medico della Asrem, che ha preso parte al sopralluogo di ieri mattina, afferma: «Non esiste alcun rischio per l’uomo derivante dall’incursione della famiglia di orsi. Come si nota già da un pezzo Peppina non attacca animali di taglia grande come bovini od ovini ma rivolge le proprie attenzioni verso animali piccoli facilmente predabili senza alcuna forma di aggressività verso le persone. L’importante in caso di incontro in un ambito ristretto come può essere un centro abitato oppure un ambiente con vegetazione intricata – ha concluso Liberatore – è lasciare all’orso una via di fuga affinché si allontani tranquillamente».
Allo stesso modo i Carabinieri Forestali precisano che l’Arma è parte attiva nel programma di monitoraggio in Abruzzo e Molise della popolazione di orso bruno marsicano, ed al riguardo un militare della citata Stazione Carabinieri Forestale, sta eseguendo i rilievi come da protocollo operativo, con relativa repertazione di materiale biologico (peli e feci) necessario per le analisi genetiche volte a identificare l’esemplare. Si esclude al momento, un pericolo per la pubblica e privata incolumità, atteso che storicamente non sono mai state registrate aggressioni da parte dell’orso bruno marsicano nei confronti dell’uomo e che l’indole dell’animale, ufficialmente riconosciuta anche dalla letteratura scientifica è elusiva, mite ed assolutamente non aggressiva. L’Arma dei Carabinieri ricorda ai cittadini che: 1) l’orso è una specie in grave pericolo di estinzione e che è rigorosamente protetto dalla normativa statale e comunitaria; 2) non deve essere offerto cibo all’orso e non ci si può avvicinare ad esso né a piedi né con l’automobile, per guardarlo o fotografarlo; 3) l’orso non è pericoloso per l’uomo per i motivi già indicati; 4) qualora avvistato l’orso devono essere avvisati telefonicamente i Carabinieri Forestali componendo il numero 1515; 5) convivere con l’orso è possibile, con la tolleranza e la collaborazione di tutti.

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