«Superstrada a quattro corsie al posto dell’autostrada, aviosuperficie, metropolitana leggera, elettrificazione della rete ferroviaria, turisti che arriveranno da tutte le parti del mondo, B&B che apriranno a frotte: mentre il teatrino della politica molisana si affanna ad offrire proclami per guadagnare consenso e tenere a bada le sofferenze e il cattivo umore dei molisani, i problemi del territorio incancreniscono nell’inadempienza più totale delle istituzioni e degli addetti ai lavori. Tutto va avanti con il solito andamento, tanto i molisani, di recente ci ha dato l’attestato il premier Conte, sono silenziosi e non danno fastidio: pecore e per giunta non belanti». È l’attacco del Comitato spontaneo di protesta per le condizioni della viabilità, nato a Bagnoli del Trigno nel 2017 e presieduto dal dottor Franco Mastrodonato. Il comitato scatta una impietosa radiografia sullo stato di salute in cui versano le principali strade dell’Alto Molise e ne viene fuori una lastra disarmante che preoccupa le popolazioni residenti le quali con innumerevoli sacrifici continuano ad abitare i posti di montagna dimenticati dalla politica nazionale, regionale e provinciali.
Il sodalizio ne ha per tutti e alla vigilia delle elezioni europee in programma domenica 26 maggio minaccia di disertare le urne.
«Dopo una pausa in attesa dell’operato della nuova giunta regionale, non avendo individuato alcun riscontro positivo – scrive il comitato – riprendiamo la nostra azione con maggiore veemenza e determinazione. Dal maggio dell’anno scorso ad oggi la situazione è notevolmente aggravata. Abbiamo toccato veramente il fondo, anzi, il sottofondo, visto che comunque tutte le strade, oltre che dalle frane, sono impegnate da buche spaventose. La stampa ci ha informato di una speciale classifica stilata a livello nazionale che comprende le Regioni che spendono di più per la manutenzione delle automobili. Cari molisani dobbiamo essere contenti, una volta tanto siamo ai primi posti, peccato che ci siamo arrivati nostro malgrado in quanto la spesa per le nostre auto è dovuta soprattutto al danno arrecato dalla viabilità disastrosa: altra tassa occulta e ignominiosa. Di recente hanno visitato il nostro Molise, giungendo anche a Bagnoli, numerosi tour operator e giornalisti del settore turistico – prosegue nella sua nota il comitato bagnolese – hanno visitato strutture di eccellenze che, riunitesi in rete, cercano di promuovere il territorio. Pur apprezzando le nostre bellezze, grande è stato il loro disappunto per lo stato delle strade, individuando in ciò un serio ostacolo ad un rapporto di collaborazione proficuo. Di necessità virtù: forse bisogna proporre loro, in un momento in cui il turismo esperienziale va di moda, di non portare turisti nei nostri borghi con automobili e pullman, bensì a dorso d’asino, così potremmo dire almeno che, pur di offrire particolari emozioni ai nostri ospiti, lo stato delle strade è voluto e scelto con lungimiranza dai nostri politici. In tutto questo contesto stupisce come le amministrazioni comunali, sindaci in testa, non si rendano artefici di una vibrata protesta ponendosi a capo delle loro popolazioni. La scellerata legge Delrio che ha cambiato l’assetto istituzionale delle amministrazioni provinciali, è in buona parte responsabile di questo disastro. Inutile prendersela col presidente Lorenzo Coia, oltretutto anatra zoppa, come si suole dire, in quanto amministratore di minoranza rispetto ad una maggioranza che ha cambiato colore, poverino, significherebbe sparare sulla Croce Rossa. E allora come la mettiamo? – il quesito che pone il comitato -. A questa situazione, ormai oltre il limite dell’emergenza e della decenza, il Comitato spontaneo di protesta risponderà in modo adeguato. Sono allo studio forme di protesta molto incisive, anche in raccordo con la comunità bagnolese in Roma: si profila di non andare a votare in massa per le elezioni europee e si paventa l’occupazione della Trignina. Il silenzio è finito, il Comitato si farà sentire ed organizzerà forme di lotta dure ed eclatanti cui invita a partecipare, sin d’ora, i sindaci e le popolazioni interessate».

Ecco la fotografia scattata sulle principali arterie

La strada per “Sprondasino”, in termini tecnici strada provinciale 69, Trignina secondo tratto, franata in più parti, al chilometro 20,300, il punto già critico ed oggetto di lavori dopo le proteste dell’anno scorso, ha raggiunto nuovamente il livello massimo di pericolosità in quanto il terreno tolto dal lato opposto, per allargare la carreggiata, e posizionato maldestramente a riempire il letto della frana, come ampiamente prevedibile, è scivolato a valle lasciando sul fianco un burrone a dir poco pauroso. La rete di protezione comincerà ad essere spostata in continuazione restringendo la carreggiata sempre di più: punto e a capo!
La strada per Civitanova del Sannio, interessata da altra frana e da lavori simili avvenuti dopo la protesta, continua ad essere interessata da movimento più lento, ma inesorabilmente progressivo, senza che si provveda a lavori strutturali.
La strada per Salcito è chiusa ormai da tempo e non se ne parla di programmare lavori per consentire di riaprirla, il bello è che la variante prevista, poco più di una mulattiera, è priva di segnaletica per cui chi ci si avventura rischia di perdersi in un dedalo di vie di campagna.
La strada verso Pietracupa e quindi per Campobasso è ridotta anche peggio di un colabrodo, stracolma di buche e crateri per cui diventa percorribile a fatica. A tutto questo, già preesistente, non risolto ed aggravato, si è aggiunta la beffa.
L’accesso alla Trignina in località “Sprondasino è chiuso ormai da mesi perché interessato da altra frana; occorre accedere ad una variante che, ironia della sorte, è a sua volta impegnata da altra frana oltre che dalla percorrenza di un vecchio ponte su cui due auto trovano difficoltà a transitare contemporaneamente.

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