La politica degli annunci partorisce il nulla assoluto. Ai proclami di Governo, Regione Molise e Provincia di Isernia in merito alla sistemazione di arterie importanti, non si registra alcun cantiere aperto. Dunque, alla vigilia dell’estate, allorquando i centri dell’Alto Molise saranno presi d’assalto (si spera) da turisti e visitatori, la condizione che vive la viabilità è a dir poco allarmante. Tralasciando per un istante la miriade di buche, avvallamenti e dossi che caratterizzano la pavimentazione delle vie di comunicazione quotidianamente percorse da pendolari, studenti e mezzi di soccorso, sotto la lente d’ingrandimento, ancora una volta, finiscono i due malati cronici, ovvero i viadotti ‘Sente’ e ‘Verrino’ con l’omonima fondovalle che da un momento all’altro potrebbe franare nei pressi del bivio per Castelverrino – Santa Lucia. Ma partiamo con ordine ricapitolando quanto accade.
Capitolo primo: viadotto “Sente – Longo”. Di competenza della Provincia di Isernia è stato chiuso al traffico nel settembre scorso causa la traslazione di una pila in cemento. Ebbene, dopo l’annuncio in pompa magna fatto dai grillini di aver reperito circa due milioni di euro che dovevano garantire le nuove opere, oggi si registra un irritante ping pong di responsabilità tra il provveditorato alle Opere pubbliche della Campania a cui è stato affidato il progetto e quindi i lavori, e la Provincia di Isernia che se ne è lavata le mani adducendo di non avere uomini e mezzi per portare avanti l’istruttoria. Probabilmente la realtà è una e una sola, ovvero che i due milioni di euro sono insufficienti per riaprire l’infrastruttura, anello di congiunzione tra Abruzzo e Molise. Nel frattempo il consigliere regionale agnonese, Andrea Greco avrebbe avviato a Roma frenetici contatti con l’Anas unico ente capace di intervenire per la definitiva risoluzione del problema. Ma restiamo nel campo delle proposte. Sta di fatto che il tempo passa, il ponte resta chiuso, e l’economia del territorio crolla.
Capitolo secondo: viadotto “Verrino”. Il ponte alle porte di Agnone, finalmente intitolato al senatore Remo Sammartino, versa in condizioni comatose. Resta transitabile, ma con divieti di velocità che in caso di pioggia sono stati fissati a 20 km/h. Dalla Regione promessi 800mila euro per un restyling che prevede il rifacimento del tappetino, la sostituzione dei giunti e la realizzazione di nuovi canali di raccolta per le acque piovane. Il guaio è che i fondi restano incagliati nelle maglie della burocrazia a Campobasso dove il ponte “Sammartino” è l’ultimo dei problemi. Così le nuove opere non partiranno prima di ottobre, forse, chissà… Bravi, bene, bis!
Capitolo terzo: fondovalle “Verrino”. A differenza dei due viadotti, rappresenta la new entry di una viabilità al collasso. Dopo l’esondazione dell’omonimo fiume (novembre scorso) che ha causato il disfacimento dei gabbioni, nonché l’erosione degli argini, il corso delle acque hanno ormai raggiunto la sede stradale come testimoniano le foto scattate da un drone (Le Iridi Digitali). Al momento a nulla è valsa la richiesta di calamità naturale inoltrata in Regione dal Comune di Agnone. E a nulla il disperato grido d’allarme lanciato dall’assessore con delega alla Protezione civile, Tonino Scampamorte, puntualmente finito nel dimenticatoio.
Capitolo quarto: ex Istonia 86 ribattezzata mulattiera: la riapertura dopo circa trent’anni del segmento stradale che dal bivio di Secolare, e viceversa, conduce a Castiglione Messer Marino, resta interdetto agli autobus. Ad aggravare la situazione la chiusura per circa tre mesi della provinciale che da Castiglione porta a Montazzoli con gli operai dell’Alto Vastese costretti a fare il giro del mondo per raggiungere le fabbriche della Val di Sangro. Questa la fotografia che inevitabilmente riporta i residenti delle aree interne agli anni ’50, con l’adagio «stavamo meglio, quando stavamo peggio» mai così azzeccato.

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