Rimettere al centro dell’agenda politica la questione viabilità delle aree interne e in particolare quella del viadotto Sente-Longo ormai chiuso da un anno. Una infrastruttura che resta vitale per l’intero territorio a cavallo tra le province di Chieti e Isernia, ma al tempo stesso dimenticata da classe politica e istituzioni.
È il senso dell’iniziativa lanciata dalla testata de l’Eco Alto Molise – Vastese alla quale, ieri mattina, hanno preso parte decine e decine di persone che simbolicamente hanno deposto un lumino segno dell’immobilismo, ma anche di speranza per il futuro.
«La differenza tra quanto accaduto a Genova con il crollo del ponte Morandi e quella del viadotto Sente sta nel fatto che se nel primo caso la morte è arrivata in maniera istantanea, nel secondo il processo è più lento ma identico – afferma il direttore de l’Eco online, Maurizio d’Ottavio, che con il collega Francesco Bottone ha promosso la manifestazione -. In estrema sintesi – ha aggiunto il giornalista – stanno ammazzando un territorio e i loro residenti per consunzione. Si tratta di un’agonia lenta ma inesorabile alla quale chi di dovere preferisce fare spallucce e presentarsi in questi posti solo quando si è alla ricerca di voti. Come addetti all’informazione continueremo a tenere alta l’attenzione sull’intera vicenda non facendo sconti a nessuno. L’auspicio è quello di aver riacceso i riflettori su una problematica che merita risposte e soprattutto azioni concrete. Delle chiacchiere fatte fino ad oggi sinceramente ne abbiamo le scatole piene come del resto l’intera popolazione che merita attenzioni particolari proprio perché vive in aree disagiate e prive di servizi fondamentali».
Dello stesso avviso studenti, mamme, anziani, padri di famiglia, lavoratori pendolari che non hanno voluto mancare all’appuntamento.
Su tutti ha colpito l’esempio di Felicetta Tatangelo, classe 1938, che sotto un sole cocente si è fatta a piedi i due chilometri di viadotto. La signora ha infatti raggiunto il versante molisano dove si teneva l’evento dall’imbocco opposto, cioè quello poco distante da Castiglione Messer Marino.
«Ragazzi, io non mollo» – ha detto accolta da un applauso scrosciante dei partecipanti. Un vero esempio di caparbietà da trasmettere ai più giovani, come Chiara, studentessa al quinto anno dell’Istituto Alberghiero di Agnone tornata a denunciare il menefreghismo della classe politica.
«Li invitiamo a salire sul nostro autobus nei mesi invernali, siamo pronti anche a fare una colletta per pagargli il biglietto, ma è ora che capissero come veniamo trattati solo perché abitiamo a Castiglione Messer Marino o Schiavi di Abruzzo».
Insomma, inutile dire che con il Sente aperto era tutt’altra storia.
Lo dice a chiare lettere anche Enrica Sciullo, portavoce del Cittadino c’è, nonché operatrice sanitaria dell’unico ospedale presente in zona, il San Francesco Caracciolo. «Da un anno a questa parte molti utenti che abitualmente si riversavano su Agnone preferiscono Lanciano o Vasto. Oltre a perdere mobilità attiva il nostro ospedale registra un calo di presenze che poi giustificherà la chiusura. È forse questo il piano che i nostri lungimiranti amministratori regionali volevano. Bene, ci stanno riuscendo».
«Siamo e saremo sempre al fianco di chi difende i diritti delle zone interne. Questo ponte, chiuso da un anno e per il quale non si vedono vie di uscita, è la dimostrazione tangibile di come la politica consideri, o meglio non tenga affatto in considerazione le necessità e i diritti dei residenti nei centri montani dell’Abruzzo e del Molise» – ha detto Domenicangelo Litterio del Movimento per la difesa delle Aree interne.
Pochi gli amministratori comunali presenti, tra cui il sindaco di Belmonte del Sannio e alcuni consiglieri di Schiavi di Abruzzo e Castiglione Messer Marino.
Nessuna traccia del Comune di Agnone che con l’assessore Edmondo Amicarelli, via telefono, scusandosi per l’assenza dovuta ad impegni lavorativi, ha ribadito la forte vicinanza all’iniziativa.
Chi c’era fisicamente è stato il consigliere regionale del M5s, Andrea Greco il quale non ha risparmiato critiche pesanti all’indirizzo della Provincia di Isernia in particolare di chi ha gestito l’ente fino a poche settimane fa. «Con il neo presidente Alfredo Ricci spero di poter instaurare un rapporto di reciproca collaborazione al fine di far partire le nuove opere. A riguardo ho già avuto contatti con il sindaco di Venafro il quale si è detto disponibile a perorare una causa sacrosanta».
Sui tempi Greco ha sottolineato: «Il mio compito è quello di reperire i fondi, dopodiché spetta alla struttura tecnica accelerare le procedure».
Intanto il sole picchia e la gente intervenuta inizia a sfollare sotto lo sguardo attento delle forze dell’ordine. La fiammella dei tanti lumini poggiati a terra brucia lenta e il pensiero corre a quelle barriere impiantate sui due accessi 12 mesi fa, mentre il solito quesito ritorna come una ossessione: quando saranno rimosse definitivamente?

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