L’avevamo preannunciato, la valutazione del rischio sismico legato al serbatoio idrico di Montecilfone sarebbe sfociata inevitabilmente in una ordinanza di abbattimento e così è stato. L’atto è stato promulgato ieri dal sindaco Franco Pallotta, contestualmente alla visita del capo dipartimento della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli. L’impianto è rimasto gravemente lesionato dopo le scosse di terremoto degli ultimi giorni. Il documento è stato inviato, tra gli altri, al presidente della Regione, Donato Toma, e al commissario dell’Azienda speciale regionale ‘Molise Acque’ proprietaria della struttura, alta quasi trenta metri. Il provvedimento è stato emesso a seguito della relazione dell’ingegnere Giovanni Di Iorio nella quale è scritto che “è indispensabile l’abbattimento e la demolizione del serbatoio”. Proseguono intanto le verifiche nelle abitazioni private del paese. Sono 405 le richieste di interventi e sono salite a 35 le case inagibili. Intanto, nella serata di ieri, alle 19, si è riunito d’urgenza il Consiglio comunale di Montecilfone, convocato per fare il punto della situazione sui danni provocato dallo sciame sismico e per deliberare lo stato di emergenza. A Palata, invece, è parzialmente inagibile la Caserma dei Carabinieri, mentre sulla scuola saranno le famiglie dei bambini a scegliere in quale dei due edifici presenti in paese attivare le lezioni alla riapertura dell’anno scolastico. Ad Acquaviva Collecroce sono arrivate a 330 le richieste di verifica da parte delle abitazioni private. Purtroppo con l’incedere dei sopralluoghi cresce anche il numero degli sfollati, da 7 si è passati a 15.

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