Giovedì scorso abbiamo pubblicato un articolo sulla ex azienda avicola di Monteverde che ha chiuso i battenti in una marea di debiti che l’hanno portata al fallimento. In proposito riceviamo e pubblichiamo una nota dell’avvocato Alfonso Mainelli di Area Matese. «Bojano, purtroppo, non reagisce, nemmeno per chiedere che si faccia chiarezza su una vicenda che di lati oscuri ne presenta troppi. Ho postato tante cose sulla filiera avicola, molte altre, peraltro le più emblematiche, le ha pubblicate Enzo Colozza su Primo Piano Molise. Sono state sollevate precise eccezioni, che ben possono definirsi vere e proprie accuse, finanche sulle procedure seguite a partire almeno dal concordato preventivo Arena, quando Solagrital e Gam, non si sa bene autorizzate da chi, espressero un voto favorevole al concordato, e che, di fatto, determinò la perdita di tutto il credito vantato, oltre 30 milioni di euro. Tre giorni dopo l’udienza per esprimere il voto (8 ottobre 2012), Solagrital (circa 28 milioni di crediti) venne posta in liquidazione coatta amministrativa, (che è il modo elegante di definire il fallimento per le società cooperative). Considerando che l’avvio della procedura ministeriale di messa in liquidazione coatta amministrativa era già stata comunicata nel settembre 2012 sia alla società sia al Tribunale di Campobasso, aveva Solagrital il potere di esprimere, l’8 ottobre 2012, un voto favorevole ad un concordato che, di fatto, le faceva rinunciare al 60% del credito vantato nei confronti di aziende del gruppo Arena? Ha poi recuperato Solagrital la residua quota del 40% di credito vantato verso quelle società? Il Tribunale di Campobasso, che molte cose dovrebbe spiegare, ha poi archiviato il fascicolo aperto sulle vicende che hanno riguardato la filiera avicola molisana, ma, pare, ce ne sia un altro ancora aperto, risalente addirittura al 2012!!!. Su queste cose Bojano dovrebbe riflettere, anche per capire dove andrà a finire il fiume di danaro che tra Area di crisi, Psr e altri finanziamenti pubblici scorrerà ancora una volta dalle nostre parti grazie alle spoglie della filiera avicola. Quello che più rattrista è vedere come la nostra città sia indifferente davanti a queste cose. E abbiamo parlato veramente di una minima parte. Forse dovrebbero leggere il fascicolo relativo al procedimento archiviato per arrabbiarsi sul serio, ma bisognerebbe fermarsi un attimo a riflettere, a cercare di capire che una collettività è tale quando ognuno dei suoi membri può contare sulla forza comune di fronte alle ingiustizie. Bojano è stata molte volte preda di avventurieri per questo suo disinteresse a fatti che, oggettivamente, coinvolgevano tutta la città. La fine della filiera avicola, purtroppo, segna il punto più basso di questa nostra indifferenza sociale. Ma io sono sempre ottimista, e, davvero, credo che prima o poi Bojano il conto lo presenterà a chi di dovere».

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