L’associazione Falco che da anni sollecita le istituzioni circa la manutenzione straordinaria dei torrenti nella piana bojanese, corsi d’acqua che presentano criticità e potenziali pericoli per danni a cose e persone, come purtroppo è accaduto già un paio di volte nel corso delle ultime settimane, torna ad accendere i riflettori sulla scottante problematica, con una lettera aperta alle istituzioni inviata ai destinatari attraverso pec.
«Criticità rilevate nel territorio di Bojano, a seguito delle avverse condizioni atmosferiche avvenute tra venerdì 2 e sabato 3 febbraio 2018, esondazione del torrente Rio Bottone, in località Macchialonga, e allagamenti di numerose zone del luogo», è l’oggetto della missiva che pubblichiamo di seguito.
«Senza essere veggenti, possiamo dire con fermezza: è accaduto di nuovo. Uno dei torrenti più importanti della zona a causa delle accese condizioni atmosferiche è esondato, creando non pochi problemi. Forte il timore degli abitanti della zona quando si sono visti circondati da una massa d’acqua che ha creato situazioni di pericolo. Molti cittadini si sono adoperati per arginare il problema, al fine di limitare il più possibile i danni alle proprie cose, hanno fatto sì che l’acqua defluisse, pulendo fossi, scavando canalette e utilizzando motopompe per svuotare i seminterrati. Significativi sono stati anche gli interventi dei soccorsi da parte dei Vigili del fuoco di Campobasso. Senza entrare nella polemica, relative a situazioni pregresse già segnalate, in merito al problema “Rio Bottone”, noi della Falco riteniamo opportuno anzi, necessario, intervenire con urgenza in modo adeguato, prima della prossima stagione autunnale, al fine di evitare future situazioni del genere che potrebbero avere risvolti ancora più gravi, se non addirittura tragici. A tal proposito ci rivolgiamo alle autorità in indirizzo affinché si adoperino per la risoluzione della problematica. Non c’è più tempo.
Oggi i cambiamenti climatici stanno rendendo questa zona, per molti aspetti, simile a quella “tropicale”, con violente e abbondanti piogge improvvise. Da un rilevamento del luogo, l’intervento più urgente è quello di effettuare una pulitura dell’alveo del torrente in oggetto, per poi procedere a opportuni lavori di sistemazione dello stesso nei punti più critici, come quello in località Macchialonga, dove l’alveo stesso è contraddistinto da un curvone che tende a creare una sorta di imbuto che limita il defluire delle acque. Confidando in un interessamento definitivo, onde non possa ripresentarsi più siffatta problematica, si prega di porre, fin da subito, le condizioni di un impegno economico, che possa coinvolgere qualsiasi schieramento politico vada a governare questa regione».
La lettera, che porta la data del 4 febbraio scorso a firma del presidente del sodalizio Giovanni Marro, è stata inviata al prefetto di Campobasso, al presidente della Regione Molise e al sindaco del Comune di Bojano.
Non va sottaciuto che da diversi lustri i corsi d’acqua presenti nella piana dell’Alto Biferno sono stati completamente abbandonati a se stessi e che hanno subito oltre a un aumento del livello dovuto a depositi di materiale di varia natura accumulati nel tempo, anche una proliferazione abnorme di vegetazione con frequenti formazioni di dighe naturali dovute a tronchi d’alberi e rifiuti di ogni genere trasportati dalle piene.
Non va dimenticato, altresì, come ha ricordato l’ex presidente della Falco Saverio Perrella, che qualche anno fa una delegazione del sodalizio illustrò, nel corso di un incontro, la situazione critica dei torrenti bojanesi all’attuale assessore regionale all’Ambiente Vittorino Facciolla. In quell’occasione questi dichiarò la piena disponibilità della Regione Molise a risolvere l’annosa problematica. A tutt’oggi, però, non c’è stato ancora un impegno di spesa in merito e né tanto meno un deliberato per un futuro intervento di messa in sicurezza soprattutto del torrente Rio Bottone.

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