Alcune proprietà e fabbricati di via Turno negli ultimi giorni sono stati oggetto di allagamenti dovuti ad un aumento di acqua a livello di sorgenti che in quella zona di Bojano sono particolarmente numerose e di notevole portata.
«Negli ultimi giorni a seguito dell’aumento notevole di acqua alle sorgenti sono avvenuti degli allagamenti – raccontano alcuni residenti di quella zona -, va ricordato che come grandezza il Turno è la quarta sorgente del fiume Biferno. Una trentina di anni orsono il fiume Turno fu ricoperto ed incanalato in tubi che si sono rivelati nel tempo insufficienti quando la portata dell’acqua alle sorgenti aumenta. Il problema poteva essere risolto quando, pochi anni fa, hanno realizzato le fogne, parallelamente, infatti, potevano sostituire quei tubi da 60 centimetri con una condotta di diametro maggiore in maniera tale da consentire il deflusso normale dell’acqua anche quando aumentava. Con questo intervento, inoltre, si sarebbero potute convogliare le varie sorgenti che provengono dalle proprietà e da sotto i fabbricati di via Turno. Quale potrebbe essere oggi la soluzione al problema? Ripristinare lo stato dei luoghi a cielo aperto, come una volta, è certamente impossibile, oggi giorno la soluzione più praticabile, senza fare grandi progetti e quindi con una minima spesa, sarebbe la sostituzione dell’attuale tubazione con condotte di diametro maggiore. Da parte nostra c’è anche la volontà di contribuire alla spesa dell’acquisto dei tubi raccogliendo un po’ di soldi tra noi – aggiungono i residenti -, c’è tutta la buona volontà di collaborare con l’amministrazione comunale affinché si risolva il problema».
Da parte sua il Comune di Bojano con la struttura tecnica e le maestranze a disposizione da giorni sta cercando di tamponare la situazione in attesa di un intervento radicale di sistemazione nella zona che al momento non sembra praticabile per la carenza di fondi propri da parte dell’ente.
«È un problema serio di cui stiamo cercando di capire le cause nell’entità e nella portata – spiega l’ingegner Giuseppe Cutone, responsabile dell’Ufficio tecnico di Palazzo San Francesco -, per trovare una soluzione possibile onde evitare il ripetersi dell’allagamento di tutte quelle abitazioni. Al momento purtroppo non riusciamo ancora a capire l’origine, probabilmente possono esserci state delle rotture di tubi a valle dello scarico del vecchio mulino, purtroppo c’è l’impossibilità di intervenire con l’acqua nelle tubazioni, in quanto potrebbe comportare un allagamento serio di tutte le abitazioni della zona. Stiamo cercando il sistema per intervenire con le tubazioni asciutte per intercettare l’acqua che dal mulino si riversa nella condotta a valle, il tutto per fare degli interventi di monitoraggio, di video ispezione per capire la causa e quindi trovare la soluzione più appropriata da adottare».
L’ingegner Cutone ha confermato, altresì, che al momento ci sono difficoltà a reperire risorse per un intervento globale. In questi ultimi giorni, sempre nella zona, il Comune ha eseguito anche un altro intervento sullo scarico del vecchio lavatoio che sbocca nel fiume Calderari, completamente ostruito, che aveva provocato l’allagamento dei terreni a monte.
«Grazie alla collaborazione di un cittadino – ha aggiunto il responsabile dell’Ufficio tecnico comunale – abbiamo scoperto che lo scarico era stato ostruito da secchi di plastica, da un cestello di lavatrice e altri rifiuti di vario genere, nel momento in cui sono stati rimossi l’acqua che aveva invaso le proprietà a monte del fiume è defluita normalmente nel Calderari prosciugando i terreni. Con l’occasione è stata bonificata anche una discarica di rifiuti presente in quella zona, grazie all’opera dei migranti impegnati nel progetto borse lavoro. Provvederemo a posizionare delle grate per evitare che i rifiuti ingombranti possano nuovamente ostruire lo scarico del lavatoio. Ovviamente il tutto potrebbe essere scongiurato – conclude Cutone – se ci fosse un po’ più di civiltà e buon senso da parte delle persone a non abbandonare selvaggiamente i rifiuti, ma conferirli presso l’isola ecologica di località Limpilli».
E.C.

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