Tornano gli orsi nell’area dell’Alto Biferno. A distanza di qualche secolo, cioè da quando questi mammiferi facevano parte della fauna della catena montuosa del Matese, nel territorio di Spinete e zone limitrofe sono state rinvenute, proprio di recente, tracce del passaggio di un orso. Orme ed escrementi inconfondibili da parte degli esperti che ne hanno esaminato la forma, la grandezza e l’odore lasciati sul suolo dall’animale che sarebbe sconfinato dal Parco Nazionale dell’Abruzzo, Lazio e Molise.
Tracce di zampe molto grandi, circa una ventina di centimetri di lunghezza, costituite da una parte centrale piatta e cinque polpastrelli ben visibili. Si tratterebbe dunque di un orso marsicano. Il suo allontanamento dai luoghi abituali in cui vive, ha mobilitato il personale di quel parco che nei giorni scorsi sono giunti in territorio di Spinete per installare trappole genetiche e cercare di rinvenire peli che sono un segno di presenza molto importante poiché, più degli escrementi, sono campioni biologici che non solo testimoniano la loro presenza ma consentono anche il riconoscimento individuale. Ovviamente di questa presenza sono stati informati anche i vertici dell’assessorato regionale all’Agricoltura che, attraverso il proprio personale, ha dato una valida collaborazione insieme agli uomini del Corpo Carabinieri Forestali. Qualcuno in maniera simpatica, considerato che in questo periodo si parla tanto del parco e di immigrazione, ha voluto associare la presenza del mammifero con il fatto che è in corso la perimetrazione del Parco Nazionale del Matese e, quindi, l’orso sarebbe venuto a controllare l’habitat nel periodo estivo per un suo eventuale ritorno nel nostro territorio, non dimenticando che una sua presenza era stata segnalata anche a Roccamandolfi nell’invernata scorsa. Simili episodi di sconfinamento, comunque, sono sempre avvenuti in passato. Meno probabile, invece, è stato l’avvistamento tra Busso e Baranello che mesi addietro fecero alcuni ciclisti bojanesi. Sicuramente dato che erano un po’ distanti scambiarono un grosso cinghiale per un orso, anche se uno di loro è ancora convinto che si sia trattato effettivamente di un orso.
Il ritorno degli orsi sulla catena montuosa del Matese in occasione del varo definitivo del Parco Nazionale del Matese sarebbe senza dubbio un fatto estremamente positivo che darebbe al territorio quel fascino e quella curiosità in più e quindi una maggiore attrazione turistica. Del resto ci sono località sulla catena del Matese e zone limitrofe che conservano ancora il toponimo (si pensi, ad esempio a Valle dell’Orso e Grotta dell’Orso), che costituiscono sempre un’inequivocabile testimonianza dell’antica presenza dell’animale sulla nostra montagna. In tanti si augurano, infatti, un ritorno di questa specie sul Matese soprattutto adesso con il Parco Nazionale, come del resto una maggiore presenza del lupo per un riequilibrio ecologico della fauna visto che i cinghiali sono aumentati in maniera esponenziale con il rischio di sconvolgere e distruggere tutto il sottobosco.

E.C.

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