A poco più di un anno dal suo insediamento il sindaco di Montefalcone nel Sannio Riccardo Vincifori ha rassegnato le dimissioni. Sabato scorso, infatti, ha scritto al consiglio comunale e al Prefetto di Campobasso la lettera con la quale spiega i motivi che lo hanno indotto a lasciare la guida del comune. La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Appena due giorni prima c’era stata una riunione del gruppo di maggioranza e nulla lasciava presagire, nella lettera infatti si spiega che la scelta non è dipesa da motivazione politiche, che si arrivasse a tanto. Se il sindaco non tornerà sui suoi passi, ci sono 20 giorni di tempo, sarà nominato un commissario prefettizio e si tornerà anticipatamente alle urne.
«Mi rivolgo agli uomini e alle donne di Montefalcone – ha scritto il primo cittadino nella lettera di dimissioni – a coloro che mi hanno scelto come sindaco nel giugno scorso ed a quelli che tale scelta non hanno fatto, che comunque ho cercato di rappresentare nella maniera più dignitosa e onesta possibile. Sono arrivato in comune nel giugno scorso, con tanto entusiasmo e tanti progetti. Ho trovato una situazione dei vari uffici carente di personale e mi sento di ringraziare i pochi che con professionalità mi hanno aiutato nella pur breve azione amministrativa. Tutte queste difficoltà non mi hanno spaventato ed ho cominciato con dedizione ed impegno a cercare di risolverli. Guidare una comunità straordinaria come quella di Montefalcone in un’epoca complessa non è cosa semplice; occorre impegno totale, la possibilità di fare scelte coraggiose, la serenità di conservare pulita la propria coscienza. Fino ad oggi ho potuto farlo e fino all’ultimo giorno del mio mandato popolare dovrà essere. Sono stato costretto ad assumere decisioni difficili e ho con me, come unica bussola, il benessere del mio paese e il suo futuro. Ebbene, date le condizioni non di dissenso politico, ma principalmente umane maturate, non mi sento più in grado di potervelo assicurare, perchè una lunga spirale di incapacità organizzativa, di lungaggini e qui mi fermo, stanno minando la quotidiana corretta e serena e ripeto serena amministrazione della città. Probabilmente il mio metodo di amministrare fatto di velocità organizzazione, e competenza non viene compreso o probabilmente non sono riuscito a farlo comprendere. Pertanto scelgo di fare un passo doloroso ma necessario: dimettermi dall’incarico in maniera irrevocabile. So che in politica non è una prassi consueta, ma non ho mai sentito come prioritario rispetto alla vostra stima ed amicizia l’attaccamento alla poltrona da sindaco e che ha improntato il proprio mandato al servizio dei cittadini, con un’unica stella polare, quella della legalità, giustizia e trasparenza, e mai ho ritenuto il mio mandato come semplice e squallido tirare a campare. Continuare in questa situazione significherebbe creare un danno alla mia Comunità ed è l’ultima cosa che vorrei».
Dalla lettera si evince l’impossibilità a poter operare, visto il numero sempre più ristretto di dipendenti, e quindi a dare risposte concrete e veloci ai cittadini.

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