Il sindaco Gino Donnino Mascia ha annullato in autotutela il bando per reclutare una donna da nominare nella sua giunta. Il casting era a buon punto. All’inizio di agosto erano pervenute in Municipio undici domande che rispondevano alla chiamata del primo cittadino il quale, non avendo potuto attingere alla sua lista elettorale perché formata da soli uomini, e dopo aver nominato un esecutivo tutto al maschile, aveva pensato bene di fare un avviso pubblico per raccogliere sul territorio comunale la disponibilità di candidate del gentil sesso. Il bando, finito agli onori delle cronache nazionali, è stato impugnato davanti al Tar dall’avvocato Giuseppina Cennamo, consigliera regionale di Parità, che ha chiesto la sospensiva degli atti ritenuti illegittimi per criteri e procedure anche in violazione della legge Delrio sulla parità di genere.
Mercoledì è fissata la prima udienza. Intanto il sindaco dopo aver ritirato gli atti ha fatto sapere che due dei 4 assessori si sono dimessi.
La vicenda aveva fatto piuttosto scalpore non tanto per le modalità di ‘assunzione’ a dir poco bizzarra, quanto per i requisiti richiesti alle candidate e ritenuti discriminanti dalla consigliera regionale di parità: tra questi l’aver sottoscritto la lista del candidato sindaco Gino Mascia e aver preso parte al suo comizio finale della campagna elettorale.

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