Il gruppo del Pd al Comune di Campobasso invita l’amministrazione di Palazzo San Giorgio a fare un passo indietro e a restituire le somme dovute all’Inpdap entro il2030. Ariportare a galla uno dei temi più spinosi legati al terremoto del Molise, i contributi sospesi, è stato ieri mattina il gruppo del Partito democratico che, in una conferenza stampa, ha puntato il dito contro la ‘decisione’ del Comune di restituire quelle somme dovute all’istituto previdenziale in 60 piuttosto che in 296 rate. Sembrerebbe un’operazione ‘sbrigativa’ di quelle fatte per togliersi un peso dalle spalle. In realtà le cose, almeno secondo quanto dichiarato dal capogruppo del Pd, starebbero in maniera nettamente diversa. “Prima di tutto perché il debito di 8 milioni che il Comune ha verso l’Inpdap non è un debito fuori bilancio e poi aggiungo che pagando la somma in 60 rate significa – continua Battista – aver bloccato la spesa. Il Comune avrebbe dovuto opporsi alle richieste dell’Istituto previdenziale e restituire quanto dovuto entro il 2030. E oggi ha l’occasione per tornare sui suoi passi e far respirare le casse dell’ente e le tasche dei contribuenti”. Insomma ancora una volta l’opposizione mette sul banco degli imputati le scelte e le decisioni adottate dal sindaco e dalla sua giunta che penalizzano la cittadinanza. “Orala Ragioneriaterritoriale dello Stato della provincia di Campobasso ha disposto – l’atto è della fine di marzo – il ripristino della vecchia modalità di restituzione dei contributi sospesi a causa degli eventi sismici per i lavoratori e quindi di conseguenza per i datori di lavoro e per gli enti pubblici (decisione che arriva a seguito della pronuncia della magistratura che ha accolto i ricorsi prodotti dalla Cgil). Insomma un atto grazie al quale si potrà usufruire della rimessa in vigore dei vecchi schemi di rateizzazione che prevedono la restituzione entro dicembre del 2030. Insomma la restituzione avverrà in otto rate per ogni mensilità di sospensione. Un beneficio – spiega Battista – di cui non potrà godere il Comune di Campobasso che ha ‘transato’ con l’Inpdap una restituzione in termini molto più stretti. Insomma il Comune, all’epoca, pur potendolo fare non ha opposto resistenza alle richieste dell’Ente”. In conclusione Battista pone dunque una domanda al sindaco: “Premettendo che le sue parole vengono puntualmente smentite dai fatti e dalla contabilità dello stesso Comune, mi riferisco a quando dice che l’amministrazione precedente non aveva impegnato le somme necessarie creando quindi a lui un debito fuori bilancio, al sindaco chiedo perché si è voluto privare della liquidità restituendo l’intero ammontare dei contributi sospesi in un lasso di tempo così breve quando invece avrebbe potuto dilazionare il pagamento fino al dicembre del 2030?”. Il gruppo del Pd invita quindi il Comune a ‘collegarsi’ al ricorso della Cgil. Ma quella relativa ai contributi non è l’unica ‘pecca’ che ha il sapore della scelta affrettata “basti pensare ad una serie di decisioni prese per far quadrare il patto di stabilità, alla realizzazione, anche se per ora ancora non si vede nulla, delle case di edilizia popolare, o meglio – conclude Battista – penso ancora al salvataggio della Sea. Metodi che noi non condividiamo”.

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