Lascia il Pdl ed è pronto ad iniziare un nuovo percorso con Ulisse Fabbricatore. Giovanni Di Giorgio, silurato dal sindaco Di Bartolomeo che nella rivoluzione della sua squadra ha mandato a casa tre persone per metterne dentro tre nuovi. E questa mattina nel corso di una conferenza stampa l’ex assessore ha vuotato il sacco e sulla scelta di troncare con il partito di Berlusconi fornisce anche particolari: nessun ‘azzurro’ ha mosso un dito, nessuno lo ha difeso quando Di Bartolomeo ha deciso di mandarlo a casa.

Ritiene pertanto di aver subito un torto?

Assolutamente no, noi amministratori ricopriamo incarichi di servizio che possono essere messi in discussione in ogni momento. Chi ha subito il vero torto sono stati gli oltre 600 elettori che con il loro consenso hanno contribuito alla vittoria di questo sindaco e di questa maggioranza. Lo stesso sindaco e una parte della stessa maggioranza che invece hanno deciso che questi cittadini non avevano più diritto ad essere rappresentati in Consiglio. È stato negato un sacrosanto diritto democratico. La legge dà la facoltà di revocare i nostri incarichi ma chi ha deciso aveva il dovere di rispettare la volontà degli elettori. Tale dovere può venir meno solo se gli assessori revocati si fossero resi responsabili di comportamenti non consoni, di azioni criminose ma giammai se, come ha riconosciuto lo stesso sindaco, abbiamo operato bene per il bene dell’amministrazione.

C’è da dire un’altra cosa che solleva nella gente più di un dubbio: nei famosi documenti dei vari gruppi di parlava anche di azzeramenti di incarichi esterni, presidenza del consiglio, commissioni consiliari. Ma non è accaduto nulla ed a questo punto come diceva un famoso personaggio dello spettacolo “La domanda sorge spontanea” ma non è che tutto era già scritto ciò che andava fatto era solo estromettere qualcuno dalla giunta?

Il suo rapporto con il sindaco è stato spesso burrascoso.

Più che burrascoso lo potrei definire animato, né io ne lui (il sindaco) non le mandiamo a dire per cui spesso si trascendeva ma, poi, si ritrovava sempre e comunque l’equilibrio e si viveva un buon rapporto e questo mi ha lasciato ancor di più l’amaro in bocca.

Con il sindaco ho condiviso anche momenti tristi della mia vita e da lui ho ricevuto conforto e sostegno e di questo lo ringrazio.

Mi sarei aspettato, però, una diversa conclusione del nostro percorso, non tanto nella decisione che ripeto accetto, ma soprattutto nei modi.

Il partito in tutto questo non ha preso alcuna posizione?

Il silenzio del Partito si commenta da solo, ma del resto che qualcosa non funzionasse in Comune era già noto. Lo confermano i numeri in questo consiglio da 12 che erano i consiglieri ora se ne contano la metà con qualcuno che da mesi minaccia di andar via. Non mi aspettavo niente, né barricate né altro ma, di certo, che tutto questo passasse nel più assoluto silenzio. Eppure il Pdl ha perso un rappresentante in giunta in palese contrasto con le indicazioni del partito che prevedevano o la conservazione dello status quo e l’allargamento. Io ho preso atto di tutto ciò e vado avanti per la mia strada che, a questo punto, chiaramente non è più la stessa.

Non è pensabile che il Pdl pur restando nella coalizione di centrodestra al comune abbia perso un assessore e non abbia assunto una posizione. Non per il sottoscritto ma, per il partito.

I suoi colleghi di giunta?

Preferisco non parlarne, mi aspettavo altro, visto i rapporti. Rispetto ad alcuni di loro ora mi resta solo tanta amarezza.

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