Nuovi ostacoli per la compattezza della maggioranza. Stavolta ‘pomo’ della discordia il centro storico, o meglio le soluzioni da mettere in atto per rivalutare l’area. A girare il coltello nella piaga è Antonio Battista, capogruppo del Pd: “Caos e confusione, voglia di apparire, incapacità di misurarsi con i problemi della città. Maggioranza sostanzialmente assente e per nulla preoccupata che all’ordine del giorno c’erano i problemi di Campobasso, ovvero la questione centro storico. Questa è risultata la convocazione congiunta, quella che si è tenuta martedì, di un numero imprecisato di Commissioni consiliari chiamate a discutere della situazione della parte antica del capoluogo. Alcuni presidenti di Commissione, pur avendo competenze strettissime sull’argomento, non sono stati coinvolti, altri non sapevano della convocazione. Nessun documento preparato, nessun’idea prospettata da parte della maggiorana, considerato che siamo alla vigilia dell’approvazione del Bilancio di previsione e quindi se i provvedimenti dovranno essere reali vanno inserito nel documento di programmazione. Insomma – continua Battista – l’inadeguatezza della Giunta fa il paio con l’insufficienza della maggioranza”. Per il capogruppo del Pd al centro storico cittadino vanno riservate accortezze particolari. “L’area (non quartiere) – dice – è sede di attività economiche (commerciali, attività della ristorazione, ecc.) e luogo abitato da famiglie, un sito di interesse storico-culturale e quindi turistico. Situazioni articolate che non vanno portate in una rischiosa situazione di conflitto ma, considerato che parte del rilancio turistico-culturale-sociale-economico di Campobasso può interessare il Centro Storico ne costituisce il mezzo per un rinnovato interesse nei settori sopra elencati, agire per generare convivenze felici e simbiotiche”. Poi arrivano i suggerimenti: occorre realizzare un piano di intervento, che non cali dall’alto, sapendo cosa rappresenta e cosa potrà significare quella parte di Campobasso per la città. L’interlocuzione generale tra le forze politiche dovrà misurarsi con gli interessi particolari dei residenti in primis (coinvolgendo anche le associazioni), quindi con gli operatori del mondo produttivo che esercitano sul posto, l’associazionismo culturale, le organizzazioni del sociale considerato che si vanno affermando situazioni di disagio che vanno recuperate.

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