Per il Partito democratico di Palazzo San Giorgio il rendiconto 2012 chiude in rosso. E’ un disastro. “Perché – dicono – non c’è stato nulla di buono durante questi ultimi 12 mesi”. “È stato l’anno dell’Imu e del salasso per la seconda casa, si poteva ragionare in modo diverso, è stato – continua – anche l’anno della rinuncia a due importanti progetti che avrebbero dato un nuovo volto alla città e che si sarebbero trasformati in un grosso bacino di lavoro per il capoluogo. Sto parlando della galleria tra via Mazzini e via Insorti d’Ungheria e della ristrutturazione del mercato coperto di via Monforte, 11 milioni di euro la prima e 16 la seconda opera”. La lista nera continua con la decisione di vendere le farmacie comunali. “Dopo essere riusciti a far chiudere i loro bilanci in negativo, a disincentivare la clientela che le ha trovate spesso con le saracinesche abbassate, ecco che una delle strutture finisce sul mercato, ma senza un compratore. E come la farmacia, sul groppone di Palazzo San Giorgio sono rimasti anche tanti altri beni attraverso la vendita dei quali si sarebbero rimpinguate le casse comunali. Operazione fallita, come fallita è anche tutta la propaganda che è stata fatta per il piano triennale delle opere pubbliche: 26 milioni da spendere di cui però non è stato utilizzato nemmeno un euro. E la Tarsu? Vogliamo parlare della lievitazione della Tarsu? Il 9% che si è andato ad aggiungere al 22,70 già deliberato in precedenza. Insomma solo una serie di aumenti in tutte le direzioni. Ma il 2012 verrà ricordato anche per l’apertura, ritardata di dieci giorni, dell’anno scolastico. Una trovata del sindaco che ha fatto ridere mezza Italia e che non ha portato a nulla. È chiaro che non possiamo continuare a piangerci addosso ma è altrettanto vero che volendo dire la verità nessuno degli obiettivi è stato centrato”. A mettere il carico da undici su un quadro già piuttosto desolante ci pensa Augusto Massa che spulcia per grandi linee i numeri del rendiconto: “Il 2012 lo abbiamo aperto con 8 milioni e chiuso con 15: vale a dire che la disponibilità economica c’è stata, ma è del tutto mancata invece la capacità di amministrare. Con un avanzo di dodici milioni di euro, almeno quattro potevano essere utilizzati e invece non hanno saputo sfruttare manco quelli. Si nascondono dietro il patto di stabilità, ma non sanno che il patto è come un imbuto: meno si spende e meno si potrà spendere in futuro”. Poi inevitabile il riferimento ai dirigenti che in questo periodo sono spesso contestati: “Hanno fatto delle scelte sbagliate”. “Ho sentito nei giorni scorsi che il sindaco Di Bartolomeo vuole ricandidarsi, – esordisce Maio – fa bene le elezioni sono un ottimo termometro per testare l’indice di gradimento. Ma sarà difficile che i campobassani possano dimenticare certe operazioni: vogliamo parlare della Sea? Ok – dice – oggi ha i conti in ordine, ma non ci voleva un mago a risanare i bilanci prelevando le risorse dalle tasche dei campobassani. E i parcheggi a pagamento? Ceduti ad una società! Parliamo della differenziata? Sono anni che deve partire, ci sono pure i soldi della Regione e invece è ancora ferma al palo e quando partirà sarà impossibile portarla avanti: serve personale e la Sea non può fare assunzioni. È una città allo sbando, e in Consiglio non va meglio, non si è in grado nemmeno di adeguare lo statuto alle norme sulla rappresentanza femminile. Per che cosa sarà ricordata questa amministrazione? Forse per la realizzazione del forno crematorio. Iniziativa che abbiamo fortemente voluto noi”.

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