Non ci sono solo i grillini e Mario Annuario ad aver presentato i ricorsi al Tar per fare chiarezza sui risultati delle consultazioni comunali del 25 maggio scorso. Ad accendere un faro sulla competizione elettorale c’è anche Livia Mucci, assessore durante la consiliatura Di Bartolomeo e prima dei non eletti della lista di Forza Italia, lista che in consiglio, oltre a Di Bartolomeo, ha portato anche Alessandro Pascale.

Il ricorso di Livia Mucci, curato dagli avvocati Michele Coromano e Stefano Scarano punta come obiettivo finale ai risultati elettorali perché l’istanza al Tar si basa sulla presunta inammissibilità di due liste a sostegno di Michele Scasserra, liste che hanno permesso di far eleggere nell’aula di Palazzo San Giorgio un rappresentante per ognuno dei due simboli. Nello specifico si tratta di Enrico Perretta eletto con Campobasso Nuova e di Alberto Tramontano con Città Amica. In buona sostanza i legali Coromano e Scarano, esperti di ricorsi elettorali, sostengono “che le due liste in questione non dovevano essere ammesse alla competizione elettorale perché molte sottoscrizioni degli elettori sono state apposte su modelli senza indicazione delle liste collegate, di conseguenza gli elettori-sottoscrittori non avevano gli elementi di conoscenza necessari per sapere a chi erano collegate le liste. Ciò premesso al gruppo capeggiato da Michele Scasserra, andrebbero sottratti circa 2100 voti ossia la somma di quelli ottenuti da Campobasso Nuova e da Città amica. Sottraendo tali preferenze andrebbero a diminuire anche i seggi spettanti al polo civico che passerebbero dagli attuali sei a quattro”. I due posti andrebbero, sempre secondo le previsioni, uno a Forza Italia e quindi a Livia Mucci e l’altro presumibilmente al Movimento 5 Stelle che ha già eletto quattro consiglieri.

 

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