Prum, ossia piano regolatore urbano della mobilità. Uno strumento per l’intero settore che a Campobasso manca ma che è indispensabile per adeguare una piccola città a canoni europei ed evitare inutili ingorghi. Di qui la necessità di una pianificazione globale della mobilità che guardi al futuro e che riesca a tenere sotto controllo tutti gli interventi che riguardano l’assetto infrastrutturale del capoluogo “con la consapevolezza che procedere attraverso interventi a macchia di leopardo sia del tutto errato soprattutto per una città come Campabasso”.  A presentare il progetto i consiglieri di Democrazia popolare a Palazzo San Giorgio Marialaura Cancellario e Francesco Pilone che hanno portato avanti uno studio e deciso di racchiudere le necessità di una città complicata come Campobasso in una bozza. “A dimostrazione che l’opposizione oltre a controllare gli atti della maggioranza ha anche il ruolo di proporre soluzioni per migliorare la qualità della vita. Dobbiamo innescare un circolo virtuoso che accresca l’offerta di servizi integrati per chi si muove in città riducendo la dipendenza dall’auto e aumentando con la competitività degli altri mezzi. Ma vogliamo anche migliorare l’accessibilità alla città, riducendo il traffico veicolare e il numero di auto presenti sul territorio, in tal modo si abbasseranno anche i livelli di inquinamento atmosferico e acustico, recuperando nel contempo anche la fruibilità degli spazi pubblici e valorizzando tutto quello che di bello abbiamo sul nostro territorio”. Affinché la bozza possa realmente rappresentare una svolta bisogna attivare un’azione e una collaborazione interistituzionale, anche con i comuni della cinta e garantire una strategia polivalente con una prospettiva pluriennale. Occorre far entrare a regime dei sistemi di governance amministrativa capaci di coordinare i provvedimenti già in cantiere e quelli utili allo sviluppo della mobilità indicando quali adottare in maniera prioritaria e strategica. Secondo gli ideatori, Marialaura Cancellario e Francesco Pilone, il Prum sarà dettato da quattro macro fasi esecutive: analisi socio-economica interistituzionale, analisi tecnico ambientale, stesura documenti operativi strategici e messa a sistema. Insomma un lavoro dettagliato che prenderà all’incirca un paio di anni. Anzi i due rappresentanti di Democrazia popolare sono anche molto dettagliati e ieri hanno spiegato che per le prime due macro fasi serviranno almeno 12 mesi, mentre per gli ultimi step ne sono previsti altri sei. “Poi in seguito all’adozione del Prum in giunta lo stesso sarà pubblicato per trenta giorni consecutivi durante i quali si potranno presentare osservazioni. E proprio durante il periodo di osservazione sarà invitato tutto il partenariato che ha collaborato nella fase preparatoria, a presentare considerazioni formali al Piano. Poi il via libera con l’approvazione in consiglio comunale”. Si passa poi alla nota dolente: i costi. “Se il Prum dovesse passare – hanno concluso i due esponenti dell’opposizione – si potrebbe pensare a due canali: quello pubblico e al forte coinvolgimento dei privati che avrebbero un grande interesse a finanziare un simile piano”.

 

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