“Le parole di Dio sono eterne quelle nostre no. Ma dalla morte non ci si può sentire ingoiati, c’è bisogno del filo della speranza, della fraternità. Accompagnare nel lutto è un’opera di misericordia”. Monsignor Bregantini le ha scelte con cura le sue parole per accarezzare il cuore trafitto dal dolore di Stefania Di Vincenzo che venerdì scorso, in un drammatico incidente lungo la Bifernina, ha perso la figlia Layla di appena 17 mesi, il marito Nicola Daniele e la madre Maria Perfetto. Oggi i funerali nella chiesa di San Pietro. Parenti, colleghi e amici hanno voluto abbracciare per l’ultima volta le tre vittime dello scontro di venerdì scorso. “Stefania – ha detto  il vescovo Bregantini durante l’omelia – la città condivide il tuo dolore, il vostro dolore. È straordinario il tappeto di fiori che c’è qui fuori, possano Nicola, Layla e Maria camminare su quei petali per andare incontro a Gesù. Quella che stai vivendo, Stefania, è un’esperienza difficile, non possiamo che trarre la nostra forza guardando la Croce, perché le parole possono fare poco. In simili momenti di dolore la fede deve essere immensa. Sono sicuro che anche Gesù piange con noi e accarezza il tuo volto, Stefania. In questi momenti così drammatici ricordo sempre le parole del grande Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi ‘Dio non turba mai la gioia dei suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande’. Questo ci insegna – continua Bregantini in un’omelia per nulla retorica – che la vita è un mistero e che nessuno conosce il proprio domani. La vita è un dono- scandisce bene le parole padre Giancarlo – ma non è nelle nostre mani e noi non possiamo far altro che accogliere questa tremenda lezione di vita. Nicola, Layla e Maria non sono scomparsi nel nulla, ti restano accanto, Stefania. Ti seguono, ti accompagnano con amore, agiscono attraverso il consiglio, aprendo strade e porte, togliendo i nodi che sono sul nostro cammino. Chi muore non sparisce è soltanto presente in modo diverso. In modo misterioso. Loro ci sono vicini anche se invisibili, sono vivi con la loro presenza discreta. Sta alla comunità, alla parrocchia, all’azienda, sostenere questa famiglia. Nicola era una persona attenta, cordiale, sempre sorridente e il bene non si perde. Mai. Le letture che abbiamo scelto oggi vanno in questa direzione. Siamo tribolati ma non schiacciati, perseguitati ma non abbandonati. Dio non dimenticherà mai Layla, Nicola e Maria, i loro nomi, come quelli di tutti gli altri, sono impressi sul palmo della sua mano. Oggi che ricorre la festa di San Giovanni Paolo II ci vengono incontro le sue parole: non abbiate paura, spalancate la vostre porte”. Poi la benedizione e l’ultimo struggente canto.

Fuori dalla chiesa un altro lungo applauso, poi l’addio sulle note di Un senso di Vasco Rossi e tra una marea di colombe e palloncini bianchi che volano verso il cielo, li raccoglieranno Nicola. Layla e Maria.

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