Dopo giorni di affannose riunioni, di battibecchi, di musi lunghi e di rospi da ingoiare per trovare la quadra, ieri si è concluso l’ultimo giro di valzer per la totale ricomposizione delle commissioni consiliari di Palazzo San Giorgio. Sono stati infatti eletti i presidenti di Commercio e lavori Pubblici, settori che avevano rischiato di far saltare anche gli equilibri interni alla maggioranza (nei giorni scorsi non sono mancati contraccolpi). Alla presidenza della commissione Commercio è stato eletto Pasquale Colarusso che nella precedente consiliatura era stato assessore al ramo. Suo vice Alessandro Pascale di Forza Italia, imprenditore che conosce bene la materia e che solo per un soffio non ha preso il timone toccato al centrista che proprio qualche giorno fa, a nome dell’intergruppo, aveva annunciato la sua volontà di fare un passo indietro rispetto alla sua possibile nomina e contestualmente di non votare Ferdinando Massarella del Pd (ex numero uno della commissione Urbanistica) al vertice dei Lavori pubblici. Le cose però sono andate diversamente perché alla fine, nonostante l’annunciato ostruzionismo dei centristi, il rappresentante Dem è stato eletto presidente. Roberto Gravina, del Movimento Cinque Stelle, è il suo vice. Ma la manovra dei centristi e l’elezione stessa di Colarusso hanno aperto uno squarcio all’interno dell’Intergruppo che ora è a rischio scioglimento. “Dopo le dichiarazioni pubbliche di Colarusso, con lui in commissione anche Madonna, che avrebbe rifiutato la presidenza e non votato Massarella per poi fare l’esatto contrario – dice Michele Ambrosio dell’Udc e quindi dell’Intergruppo – per una poltrona e quindi privilegiando un interesse personale a quello politico e quindi di più ampio respiro, credo che non vi siano più le condizioni per tenere in piedi una convivenza politica”. D’ora in poi, tranne ripensamenti, ognuno farà la sua strada, un po’ com’è già avvenuto mercoledì durante l’approvazione delle aliquote Tasi, Tasi e Imu.

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