Ora anche l’Asrem vuole vederci chiaro, capire cosa sia successo la sera del 1 febbraio, quella stessa maledetta notte in cui si è sentito male e poi è morto il 46enne di Santo Stefano. Ecco perché una richiesta in tal senso è stata inviata ai vertici del pronto soccorso del Cardarelli dalla direzione di via Ugo Petrella su impulso della struttura commissariale.

Anche al pronto soccorso il dirigente, il dottore Fedele Clemente, ha attivato una procedura interna per capire cosa è successo in quei minuti fatali. “Io ho fatto tutte le verifiche del caso e il comportamento del personale è stato corretto. In quel momento, ad assistere l’uomo, c’erano non solo il medico, ma anche il cardiologo e l’anestesista che lo hanno sottoposto a tutti i trattamenti richiesti dalla situazione. Però, al tempo stesso, dalle verifiche effettuate credo che la situazione non fosse controllabile. La patologia era già così grave che non si poteva far nulla”. E poi, aggiunge, “quanto successo è stato un colpo a livello psicologico anche per gli operatori”. E’ stata una disgrazia allora? “Forse sì”, il laconico commento del responsabile del pronto soccorso.

L’articolo completo domani su Primo Piano Molise. 

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