Il 16 gennaio scorso, la segreteria del sindaco Battista rendeva noto: «È stata firmata qualche giorno fa dal sindaco di Campobasso Antonio Battista l’ordinanza n. 6 – proposta dall’assessorato alla Polizia Municipale – che disciplina sul territorio comunale gli orari di funzionamento degli apparecchi per il gioco lecito con vincita di denaro. Un’ordinanza che si è resa necessaria per arginare la ludopatia o gioco d’azzardo patologico, una vera malattia sociale».

Un gesto più che condivisibile e molto apprezzato. Che tra l’altro sembrava in sintonia anche con gli indirizzi del Consiglio regionale.

Ma evidentemente Battista aveva fatto i conti senza l’oste. Sabato scorso, infatti, lo stesso sindaco ha firmato l’ordinanza numero 12, con la quale ordina «la sospensione, con effetto immediato, dell’efficacia della propria ordinanza numero 6 del 12 gennaio 2017».

Nella parte istruttoria del documento si legge che «in occasione dell’incontro tenutosi in data 25 gennaio 2017, i gestori delle sale da gioco e i rappresentati di categoria presenti, condividendo le finalità di tutela della salute e del benessere psichico e socio-economico dei cittadini, hanno espresso l’esigenza che venisse posticipata l’entrata in vigore dell’ordinanza, onde consentire loro di dotarsi di appositi dispositivi di spegnimento automatico a tempo, con preavviso al giocatore, nonché di una rimodulazione degli orari di esercizio e di funzionamento».

Visti gli interessi – è il caso di dire “in gioco” – diventa complicato entrare nel merito della vicenda. Va da sé che di fronte alla precedente ordinanza, leggendone le motivazioni, sembrava che il sindaco avesse scelto di stare dalla parte dei suoi cittadini. Battista scriveva tra l’altro che «il territorio urbano è stato nell’ultimo decennio capillarmente occupato da installazioni di gioco aleatorio sia all’interno di locali destinati ad alta attività, sia quale attività a se stante, generando crescenti problemi, e a creare situazioni di allarme sociale e col rischio di generare fenomeni criminosi e di alimentare l’usura, come peraltro accaduto in altre realtà…». È chiaro che, per quanto legittimi, gli interessi dei gestori non saranno mai i medesimi di chi, come l’amministrazione comunale, ha il compito di tutelare la salute degli amministrati.

L’ordinanza con cui il sindaco di Campobasso ha sospeso la precedente, va detto, dovrebbe cessare l’efficacia il prossimo 27 febbraio. Da tale data, dunque, dovrebbe tornare in vigore la precedente. Resta solo da capire, trattandosi di atti amministrativi, se si tratterà di un meccanismo automatico o il Comune dovrà intervenire con un nuovo atto. Non è poi da escludere che il provvedimento di sospensione possa essere utilizzato a proprio favore dai gestori che hanno deciso di impugnare la prima ordinanza dinanzi al Tar (fermo restando che qualcuno abbia deciso di ricorrere ai giudici amministrativi).

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