Molto sta facendo discutere l’atto con cui il presidente della Provincia di Isernia ha deciso di imporre il limite di velocità di 50 chilometri orari sulle strade di proprietà dell’ente di via Berta. In sostanza, il buon Lorenzo Coia, non potendo garantire la necessaria manutenzione alle arterie per carenza di fondi, ha deciso di abbassare il limite per tutelare la Provincia in caso di incidenti, la cui responsabilità potrebbe essere ricondotta, appunto, alle non perfette condizioni del manto stradale.
provinciale gildonese (10)Non è dato sapere cosa o chi abbia ispirato la decisione del presidente. È certo, tuttavia, che prima che lo facesse Coia, stesso analogo provvedimento è stato assunto dalla Provincia di Campobasso, già da quando a capo della stessa c’era Rosario De Matteis.
Restando, tanto per citare un esempio, nella ‘cintura’ del capoluogo di regione, ci sono tratti di strada di competenza di Palazzo Magno dove il limite è di 50 chilometri orari, limite che scende addirittura a 30 dove le condizioni sono ritenute particolarmente pericolose. Quindi, anziché sistemare le strade, pure la Provincia di Campobasso, già da tempo, ha deciso di costringere gli automobilisti a diminuire la velocità.
Sarebbe più logico mantenere le strade in ordine, limitando così gli incidenti e gli eventuali risarcimenti e, quindi, abbassare la pressione fiscale. Ma in Molise (come d’altronde in gran parte del Paese) avviene l’esatto contrario: strade rotte e tasse alle stelle.
Le foto pubblicate si riferiscono alla strada provinciale Gildonese, ovvero quella che da Campobasso, zona Mascione-Polese-Colle Calcare, conduce verso Gildone-Jelsi-Riccia-Cercemaggiore.
Appena dopo il bivio per Mirabello, proseguendo in direzione Campobasso, c’è una tratto dove l’asfalto è talmente consumato che, soprattutto quando piove o il clima è umido, mantenere l’auto in rotta diventa un’impresa. Per chi percorre tutti i giorni quell’arteria non è difficile incontrare auto oltre la carreggiata. D’inverno, poi, quando il termometro scende sotto lo zero, davvero l’avventura diventa titanica.
Da un giorno all’altro – ciò è avvenuto diversi mesi fa e dopo una serie di incidenti accaduti uno dopo l’altro, è magicamente comparso un cartello che impone a chi percorre quel tratto di non provinciale gildonese (12)superare i 30 chilometri all’ora.
Poi ci sono altri tratti dove le buche diventano sempre più simili a crateri, dove i rovi, soprattutto nella bella stagione, si appropriano della carreggiata, dove la vegetazione arriva a coprire barriere e segnaletica.
Certo, prendersela con la Provincia è un po’ come sparare sulla Croce Rossa. Per tenere in ordine le strade servono i fondi, così come servono per assicurare la manutenzione agli edifici scolastici o per acquistare il metano per i riscaldamenti.
Il problema, dunque, è complesso, strutturale e suscita una serie di interrogativi: serve tenere in vita un ente e poi non finanziarlo per farlo operare? Non sarebbe opportuno destinare il personale ad altri compiti, magari in altre strutture pubbliche dove è palese la carenza di organico?
Gli uffici di Palazzo Magno, al di là della componente politica, sembrano pieni e in vita. Ma siamo proprio certi che tutti i dipendenti hanno il loro gran bel da fare? A giudicare da come sono ridotte le strade di competenza, forse, a qualcuno si potrebbe chiedere qualcosa in più in cambio dello stipendio. Perché, diciamocela tutta, i soldi per le strade, le scuole e quant’altro non ci sono, ma quelli per superpagare i dirigenti e retribuire funzionari e dipendenti, non mancano mai. ppm

Un Commento

  1. Giuseppe Di Gennaro scrive:

    E allora a Campobasso quale limite si dovrebbe imporre? Quello dei 1 km-ora? E’ quasi tutto dissestato, praticamente un groviera: non si interviene da anni e quindi, quando e se si deciderà di farlo, non si saprà da dove cominciare. E noi dovremmo pure definirci “regione”?

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