Già nel corso del consiglio di questa mattina si percepiva qualcosa nell’aria. In serata il Movimento 5 Stelle ha poi svelato la notizia. «La vicenda auto blu acquistata con i fondi per la sicurezza stradale ha ottenuto il primo risultato, un risultato che conferma la nostra denuncia.
Il Collegio dei Revisori dei Conti presso il Comune di Campobasso – scrivono i grillini – destinatario, tra gli altri, dell’esposto con il quale si segnalava la presunta violazione del vincolo di destinazione d’uso di cui all’art. 208 codice della strada conferma i nostri rilievi.
Questo si legge nella nota inviata a tutto il Consiglio comunale in data 10.05.2017.
Il Collegio, si legge nella nota del 9 maggio, conclude riscontrando “una divergenza tra le argomentazioni addotte e gli atti amministrativi e contabili relativi all’acquisto dell’auto in questione”. E conclude ritenendo “che ai fini dell’accertamento definitivo di eventuali irregolarità contabili e violazioni di legge, della vicenda debba essere interessata la Magistratura contabile”.
Le argomentazioni addotte di cui alla nota sono quelle che il dott. Antonio Iacobucci, il regista di tutta l’operazione e dirigente responsabile del bilancio, ha fornito all’organo di revisione nel tentativo (maldestro) di giustificare l’ingiustificabile.
Aspettiamo, allora, che la Corte dei Conti si esprima visto che come preannunciato, è stata già notiziata della vicenda con un esposto inviato anche alla Procura della Repubblica di Campobasso.
Resta, come sempre, la spavalderia del Super dirigente, il quale continua a gestire la cosa pubblica come fosse cosa propria, noncurante di tutto e tutti ma anzi quasi infastidito da questa opposizione e dal sottoscritto in particolare, al quale non risparmia frecciate circa la “sete di verità e trasparenza”.
Come se verità e trasparenza non dovessero essere i principi sui quali dovrebbe fondarsi anche la sua azione. Ma si sa, Antonio Iacobucci oltre ad essere un dirigente scaltro e capace è anche un politico navigato; anche se lui fa finta di non saperlo, anche se intasca immeritatamente circa 180.000 euro l’anno».

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