Fatta la scuola “Don Milani”, quella di contrada Mascione e, infine, la “Leopoldo Montini”, subito dopo Ferragosto sul tavolo del sindaco di Campobasso arriverà la relazione definitiva degli esperti Unimol – coordinati dal professore Carlo Callari – sulla situazione della “Enrico D’Ovidio” di via Roma.
Gli studi eseguiti sono in chiusura ma su questi non trapela alcuna anticipazione. «Sarebbe inopportuno anticipare qualsiasi dato – ha spiegato il professor Callari – certamente siamo al lavoro anche in questo periodo per permettere all’amministrazione comunale di prendere le dovute decisioni in tempi consoni e con la necessaria circospezione che la questione richiede»,
Si saprà a breve, dunque, il destino della storica scuola di via Roma. Subito dopo sarà la volta di quella di Via Crispi, e a buon punto sono anche le verifiche sull’asilo nido di via Verga dove venerdì scorso i tecnici dell’Università degli studi del Molise hanno eseguito il secondo sopralluogo previsto nel programma di lavoro. Compiuta una prima ispezione, infatti, quanto emerge dall’osservazione e dall’esplorazione oggettiva deve poi essere messo a confronto con tutti gli elementi neri su bianco di cui la storia della scuola è fornita. Dati che in fase di valutazione possono alimentare dubbi cui rispondere con riscontri oggettivi.
«Non sono cose banali – spiega infatti il professore -. Ci stiamo occupando di tutto con attenzione. Si tratta di un lavoro che vogliamo sviluppare per bene senza lasciare incertezze a chi amministra e soprattutto senza insicurezza alcuna per chi dovrà vivere la scuola prossimamente».
La parola «sicurezza» è il filo conduttore della chiacchierata con il professor Callari. Ma è stata anche il filo conduttore della conferenza stampa che il sindaco Antonio Battista ha convocato mercoledì mattina per mettere fine al «terrorismo psicologico che si sta compiendo sulla situazione delle scuole in città» e per annunciare che la “Montini” «non chiuderà».
La “Francesco D’Ovidio” di Piazza della Repubblica, invece subirà qualche ritardo per le verifiche previste dall’Unimol, o comunque slitterà nella scala delle valutazioni programmate perché sono già in corso dei lavori e dunque Unimol e Comune dovranno presto stabilire come procedere in tal senso. Perché eseguire uno studio di vulnerabilità con opere in fase di esecuzione «non ha senso – ha detto ancora Callari – e quindi vedremo cosa stabilirà il Comune».
Certo è che adeguamenti a parte, ci sono 11 milioni pronti per garantire la realizzazione di quattro nuovi plessi scolastici nelle zone di Vazzieri, quartiere Cep, contrada Mascione e via Crispi.
«Fondi ai quali – ha spiegato sempre il sindaco – si aggiungeranno quelli che arriveranno dalla dismissione di alcuni beni del Comune».
«Entro un anno – ha detto il primo cittadino – partiranno i lavori. Nel 2018 tutti noi vogliamo poter annunciare la posa della prima pietra». Ci.A.

2 Commenti

  1. Mara Iapoce scrive:

    Ci deve essere sempre un evento luttuoso (v. Amatrice) per aprire gli occhi sull’insicurezza di molti dei nostri edifici, e non solo delle scuole. Trovo questo atteggiamento semplicemente ridicolo.

  2. Delia Hafez scrive:

    All’improvviso si scopre che buona parte delle nostre scuole non è sicura. E prima? Mi sembra una moda come quella delle intolleranze alimentari…

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