Giovedì l’annuncio del legale dei 26 precari dei Centri per l’impiego che impugneranno il concorso indetto dalla Regione per la selezione di 53 figure da impiegare negli uffici di Campobasso, Termoli e Isernia. Ieri l’attacco di chi ha vissuto in prima persona la vicenda dei Cpi, l’ex numero uno di Palazzo Magno Rosario De Matteis. In una conferenza stampa, accanto al coordinatore regionale di Idea Maurizio Tiberio, ha ripercorso tutte le tappe amministrative e giudiziarie che hanno segnato la gestione degli uffici di piazza Molise, fino al nuovo concorso definito «l’ennesimo strumento clientelare del governo Frattura».
«Ho gestito i Centri per l’Impiego durante il mio mandato fino a quando, con la riduzione delle deleghe alle Province, al primo gennaio 2016 la funzione sarebbe dovuta passare alla Regione. Se non ché Palazzo Vitale volle lasciare alla Provincia la gestione dei centri – assegnando risorse sia a noi cha a Isernia – per tutto il 2016 tanto che sottoscrivemmo anche una sub convenzione in cui si diceva chiaramente di concedere le proroghe. Per questo – ha ricordato De Matteis – sono stato anche indagato insieme alla mia giunta e poi i giudici hanno archiviato il caso. Nello stesso tempo la sub convenzione imponeva di indire una nuova selezione pubblica che la Regione ci ha sempre impedito di fare, inspiegabilmente. Ed ora, guarda caso – l’attacco dell’ex presidente della Provincia – fanno il bando per selezionare 53 figure da impiegare nei Centri per l’impiego. Chiaramente io penso che sia un fatto pre-elettorale. Oggi leggevo che i precari vogliono impugnare il bando visto che molti di loro hanno superato i 36 mesi continuativi e quindi spettava loro la stabilizzazione. Non posso non ricordare l’atteggiamento di un dirigente che non volle dare seguito alle nostre delibere e alla volontà del presidente della giunta di prorogare i contratti, tanto che i precari hanno continuato a lavorare fino a novembre dell’anno scorso senza contratto». Ma l’ex presidente non risparmia stoccate anche per la gestione della biblioteca Albino: «Fui tacciato dal presidente Frattura di essere un dilettante – ha esordito – anche in quel caso, dopo la perdita della delega alla cultura della Provincia, le biblioteche sono passate alla Regione. Così raggiungemmo un accordo con il Miur che prevedeva il passaggio dell’Albino e anche degli immobili e delle collezioni di Eliseo e Pettinicchio. In cambio il Ministero loro avrebbero assorbito i sei dipendenti e allo stesso tempo avrebbero dato continuità alle funzioni della biblioteca. Quando mi arrivò la bozza di accordo da sottoscrivere, due giorni prima della firma, non c’era alcuna garanzia sulla continuità e io allora non lo firmai. Sta di fatto che oggi, ad un anno dall’accordo la biblioteca è ancora chiusa. Era doveroso da parte mia, dopo aver gestito un ente con tantissime difficoltà, rispondere a chi mi ha tacciato di dilettante». E poi conclude: «Se ci fosse stato io la biblioteca non avrebbe chiuso, noi abbiamo fatti grandi sforzi togliendo anche risorse (100mila euro dallo sgombero neve) per dare continuità ai lavoratori e alla storica struttura di via D’Amato».
E sulle due vicende interviene anche Maurizio Tiberio: «Ho parlato con Iacovino (il legale dei precari dei Centri per l’Impiego, ndr) che mi ha fatto una fotografia della questione in cui si intrecciano non solo risvolti ma anche penali. Una storia che avrà effetti collaterali pesanti, con una richiesta di risarcimento danni alla Regione molto alta, e come al solito saranno i cittadini a pagare. La cosa grave di questa vicenda è che c’è un filo conduttore che parte da Garanzia Giovani, passando per i tirocini over 30 (i cui fondi si sono esauriti in un solo giorno), e finisce con il bando dei Centri per l’Impiego. È tutto un sistema clientelare che hanno messo in piedi. I tre provvedimenti hanno solo questo filo conduttore: poter gestire la miseria, la fame di lavoro e concedere in cambio un salario bassissimo. Come si fa a pensare di togliere 26 persone su cui si è investito, con professionalità e competenze acquisite, e sostituirle con 53 persone, guarda caso a 5 mesi dalla elezioni?», la domanda provocatoria. «I tirocini formativi – ha concluso – non sono un successo: certificano solo la disperazione del Molise».

Un Commento

  1. angelina scrive:

    Il Governatore Frattura per esser chiamato tale dovrebbe fare il benedel popololui questo non l’ha ffatto parlo dei 26precari del centro dell’impigiego perché non gli ha dato continuità nel lavoro come è stato fatto in tutte le regioni ?

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