Acqua salubre, pura, ‘made in Molise’ e a prezzi stracciati. L’attesa è finita e il progetto dell’amministrazione comunale è andato in porto: finalmente a Campobasso sorgerà la prima casa dell’acqua. Il distributore verrà inaugurato martedì 10 ottobre, alle 11.30, in via Toscana, di fronte al supermercato Sisa. Dalla settimana prossima dunque, i cittadini potranno rifornirsi di acqua, liscia o gasata, a soli 5 centesimi al litro.
Il progetto è stato promosso dall’assessorato all’Ambiente del Comune di Campobasso, innanzitutto per incentivare comportamenti e stili di vita responsabili e rispettosi dell’ambiente, indirizzati verso la riduzione della quantità di rifiuti prodotti dalle famiglie.
In quest’ottica Palazzo San Giorgio ha voluto valorizzare l’utilizzo dell’acqua pubblica locale per ridurre la produzione dei rifiuti plastici costituiti dalle bottiglie dell’acqua minerale, il consumo di energia per la loro realizzazione e l’inquinamento determinato dal trasporto delle acque imbottigliate dal luogo di produzione a quello di vendita. È nato così il sistema di distribuzione denominato “Acqua a KM 0”, che consente di prelevare l’acqua dalla rete dell’acquedotto comunale a cui si fa seguire una serie di filtrazioni e trattamenti tali da rendere gradevole l’acqua pubblica, eventualmente gasata con l’aggiunta di anidride carbonica e refrigerata, ad un prezzo che risulti vantaggioso rispetto all’acquisto delle acque imbottigliate.
Del resto nel nostro Paese il consumo di acqua in bottiglia ha raggiunto livelli preoccupanti, con conseguenze sull’ambiente. La fabbricazione di bottiglie di plastica comporta un grande consumo di petrolio e provoca immissioni inquinanti nell’ambiente. Il trasporto delle bottiglie di acqua che spesso viene consumata a moltissimi Km dalla sorgente, avviene prevalentemente via terra e con mezzi pesanti, ciò causa un forte aumento di carburante e conseguente preoccupante inquinamento, ad esempio, per l’imbottigliamento e il trasporto di 100 litri di acqua per 100 chilometri, si producono emissioni pari a 10 chili di anidride carbonica. Non va, poi, sottovalutato il problema relativo allo smaltimento o, nella migliore delle ipotesi, al riciclo delle stesse bottiglie di plastica.
Perché, allora, non preferire un’acqua a km 0? L’acqua dell’acquedotto, non deve viaggiare su ruote o nella plastica per arrivare sulla tavola dei consumatori. Sceglierla significa apportare vantaggi considerevoli all’economia locale, familiare e all’ambiente.
“Acqua a KM 0” è un impianto a filtri a struttura composita, che all’azione meccanica filtrante dei carboni attivi associa un’azione dei raggi Uv al fine di garantire l’abbattimento totale delle cariche batteriche e quindi un’acqua pura, buona e sicura, costituendo la soluzione ad ogni problema dell’acqua potabile.
Dunque tutti i cittadini che sceglieranno di acquistare l’acqua a km 0, preferibilmente con bottiglie di vetro,contribuirà fattivamente a ridurre le emissioni ci CO22 che provengono dai collettori di scarico dei mezzi di trasporto delle bottiglie di plastica e dal processo produttivo delle stesse, e ad abbattere i costi di smaltimento delle bottiglie di Pet che rappresentano una quota del 5% dei rifiuti provenienti da raccolta differenziata.

4 Commenti

  1. Michele Rocco scrive:

    Oggi dalle nostre parti, uniformarsi alle mode, mi sembra un segno di sopravvivenza. Ma se il fine è quello di disicentivare l’uso di acqua in bottiglia, unicamente per via delle emissioni dovute al trasporto e per limitare i rifiuti plastici, benvenuta “casa dell’acqua”.

  2. Michele Rocco scrive:

    Ma i commenti non vengono pubblicati?

    Questo è in aggiunta.
    Quando l’acqua è già buona, ci deve essere un modo per canvingere la gente a comprare, comunque, qualcosa che la rende “eccellente”. E coì si convingono anche i comuni.
    http://track.spesa-felice.com//View.aspx?UID=134368_7119574208_707648500

    Però se i commenti non si pubblicano, o non c’è modo di vederli, sarà il caso di togliere questa possibilità. Rimane l’articolo e basta. E chi se le vuole bere “queste cose” se le beve.

  3. Michele Rocco scrive:

    2 Ma non è l’acqua del rubinetto di casa? Quella delle sorgenti del Biferno? C’è necessità di depurarla? Allora fino ad oggi cosa abbiamo bevuto? Certo che a Campobasso, con questo clima “rovente” c’era proprio bisogno di un pò di acqua refrigerata! Mio padre, quando veniva dal paese, la preferiva, quella del rubinetto, a quella del frigorifero, d’estate e d’inverno, in modo incondizionato. E non mancava mai di soffermarsi alla prima fontanella pubblica per gustarne la bontà e la freschezza.
    Vada, comunque, per quella frizzante, purchè non si pensi che si tratta di acqua minerale.
    Mi sembrava che certe necessità ce le avessero solo quelle città dove l’acqua di sorgente è un lusso. Mi ero fatto un falso concetto di noi montanari…

  4. Michele Rocco scrive:

    Ma non è l’acqua del rubinetto di casa? Quella delle sorgenti del Biferno? C’è necessità di depurarla? Allora fino ad oggi cosa abbiamo bevuto? Certo che a Campobasso, con questo clima “rovente” c’era proprio bisogno di un pò di acqua refrigerata! Mio padre, quando veniva dal paese, la preferiva, quella del rubinetto, a quella del frigorifero, d’estate e d’inverno, in modo incondizionato. E non mancava mai di soffermarsi alla prima fontanella pubblica per gustarne la bontà e la freschezza.
    Vada, comunque, per quella frizzante, purchè non si pensi che si tratta di acqua minerale.
    Mi sembrava che certe necessità ce le avessero solo quelle città dove l’acqua di sorgente è un lusso. Mi ero fatto un falso concetto di noi montanari…

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