Una storia di maltrattamenti e violenze fisiche e psicologiche all’interno delle mura domestiche lunga 5 anni. L’incubo per la giovane donna, all’epoca dei fatti poco più che ventenne, era iniziato appena subito dopo il matrimonio. Quel compagno, che già durante gli anni del fidanzamento aveva mostrato segnali di gelosia, una volta varcata la soglia della porta di casa era diventato un vero e proprio aguzzino. Offese, minacce, anche in presenza dei due figli. Litigi continui sfociati addirittura in un tentativo di omicidio. L’uomo aveva lasciato intendere di voler compiere un gesto estremo: aveva minacciato la moglie di volerla decapitare, ed era addirittura arrivato a prenderle le misure del collo. A quel punto la donna spaventata per la sua incolumità e per quella dei suoi bimbi, uno di due anni, l’altro di pochi mesi, ha trovato il coraggio di denunciare tutto alla Polizia e ha chiesto aiuto ad un legale, l’avvocato Giuseppe Fazio. Ieri mattina il giudice Gianpiero Scarlato ha emesso la sentenza nei confronti dell’uomo accusato di maltrattamenti in famiglia continuati, difeso dall’avvocato Arturo Messere, già allontanato dalla famiglia a marzo del 2016. «Assolto in quanto non imputabile per vizio totale di mente», questo il pronunciamento del giudice che ha disposto il ricovero per due anni presso la Rems – Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza – competente territorialmente. L’uomo, dunque, trascorrerà i prossimi due anni un una struttura riabilitativa per malati psichiatrici, lontano dalla famiglia. Il pm Antonella Cirelli aveva chiesto due anni di reclusione, ma la sentenza del giudice ha tenuto conto degli elementi emersi dalla perizia psichiatrica che hanno evidenziato la totale infermità mentale del soggetto. Una tesi sostenuta sin dall’inizio del procedimento anche dal difensore Messere: «Il mio assistito all’epoca dei fatti non era imputabile – ha commentato il legale – perché incapace di intendere e volere, affetto da un disturbo psicotico aggravato dall’abuso di alcol». Soddisfatto dell’esito del processo anche l’avvocato di parte civile, Giuseppe Fazio, che insieme alla collega Letizia Di Lena, legale dei figli, aveva rimarcato davanti al giudice l’estrema pericolosità sociale del soggetto emersa dalla perizia psichiatrica. «Siamo soddisfatti – le parole di Fazio – per la soluzione adottata dal giudice. Con una sentenza di condanna sarebbe potuto tornare in libertà. Ora invece, accertata l’incapacità totale. il soggetto resterà lontano dalla famiglia». Insomma, la fine di un incubo per la giovane donna e per i suoi due bambini.

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