È partito ufficialmente ieri mattina “Cura et Labora”, il progetto promosso dall’azienda La Molisana in collaborazione con la Fondazione di ricerca e cura Giovanni Paolo II di Campobasso.
A presentare i dettagli del progetto “ampio e ambizioso”, come lei stessa lo ha definito, il direttore marketing dell’azienda Rossella Ferro insieme al direttore generale della Fondazione Mario Zappia e la responsabile delle Risorse umane del pastificio Patrizia Oriente.
L’obiettivo del progetto, dal nome emblematico, è quello di promuovere la salute dei dipendenti sul posto di lavoro attraverso attente politiche di prevenzione e controllo.
«Cura et labora vuole essere un’iniziativa di importante responsabilità sociale di impresa – spiega Rossella Ferro -. Spesso si pensa che questo concetto riassuma una serie di iniziative aleatorie che le aziende mettono in campo a latere rispetto a quella che effettivamente è l’attività d’impresa. Vogliamo confutare questo concetto perché per noi rappresenta qualcosa che si integra perfettamente in quella che è l’attività commerciale quotidiana. Le aziende oggi vogliono concentrarsi sull’individuo. Nell’era della ‘fabbrica 4.0’, dove sembra che il capitale fisico prenda il sopravvento sul capitale umano – aggiunge Ferro -, la situazione in realtà è invertita proprio perché la capacità di gestire le macchine impone una maggiore specializzazione delle risorse, le quali devono essere al centro della considerazione aziendale. È dunque necessario tener conto di quanto sia mutato l’ambiente lavorativo che, nel mondo industrializzato, sta vivendo un cambiamento epocale: mercati variabili, ritmi accelerati ecc, sono elementi che rischiano di schiacciare l’individuo. Le aziende oggi sono chiamate a promuovere il benessere della risorsa umana e, di conseguenza, migliorarne la produttività.
Con questo progetto vogliamo prenderci cura della salute dei dipendenti non solo attraverso l’approccio biomedico professionale, ma anche sotto il punto di vista psicologico e sociale. Con la Fondazione abbiamo voluto intercettare i problemi della società moderna, ossia le malattie croniche di natura circolatoria e oncologica e proporre, in questa prima fase, una serie di screening che educhino i lavoratori a considerare il luogo di lavoro come un posto in cui prendersi cura di sé, attraverso analisi mirate alle quali seguiranno ulteriori controlli. Non solo esami dunque, ma li educheremo a corretti stili di vita attraverso incontri con professionisti del settore auspicandoci di trasmettere in ognuno di loro il valore della prevenzione e che questo concetto si allarghi a macchia d’olio anche nel resto della società».
Nello specifico il progetto prevede per i dipendenti, nel mese in corso, una serie di analisi del sangue alle quali seguiranno incontri one to one per le anamnesi. Dopo questi primi step i dipendenti saranno indirizzati a svolgere altre attività di screening per patologie oncologiche e cardiovascolari.
Soddisfatta anche la responsabile delle risorse umane Patrizia Oriente: «Il progetto rappresenta un gesto concreto rispetto alla valorizzazione delle risorse umane poiché mette al centro della policy aziendale i dipendenti. In questi anni abbiamo vissuto il dolore di alcuni colleghi giovani e giovanissimi che ci hanno lasciato prematuramente e abbiamo capito il valore inestimabile della prevenzione e della diagnosi precoce. Ma comprendiamo la difficoltà dei lavoratori di inserire nella routine quotidiana questi appuntamenti cruciali per la propria salute. Per questo l’iniziativa è stata molto apprezzata. Sono state coinvolte 135 dipendenti in un range che va tra i 19 e i 60 anni. Un target molto eterogeneo con esigenze di screening differenti. Ben venga dunque un progetto che stimoli la ritualità della prevenzione, trasmetta l’importanza del benessere psicofisico, aumenti il grado di efficienza e produttività ma aumenti anche il senso di appartenenza e condivisione nei confronti della nostra azienda».
Ieri 80 dipendenti hanno aderito all’iniziativa. Un buon risultato ed è solo l’inizio di un percorso che intende coinvolgere tutti.
L’idea del progetto nasce dall’intesa con un’altra importante realtà molisana, la Fondazione Giovanni Paolo II, che oggi offre le sue competenze scientifiche al servizio di realtà produttive che, come La Molisana, contribuiscono in modo rilevante allo sviluppo della regione.
«L’iniziativa che stiamo portando avanti insieme all’azienda rispecchia la direzione verso cui si proietta la nuova programmazione sanitaria. È importante avere una realtà come quella de La Molisana e l’attenzione che il management dà ai lavoratori. Questo vale anche per la Fondazione che non punta solo sulla tecnologia e sull’innovazione ma anche e soprattutto sulle persone. In questa similitudine siamo entrambi imprenditori aziendali e cerchiamo di fare un percorso in cui crediamo. Messa sul piano economico inoltre, la prevenzione è la chiave per spendere meno rispetto ad un’eventuale cura , che, se tardiva, diventa spesso irrecuperabile».
SL

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.