La ‘crociata’ è partita all’indomani dell’ordinanza antiterrorismo che ha ‘blindato’ piazza Prefettura e vietato l’accesso alle auto per garantire maggiore sicurezza ai cittadini. Limitazioni che però – la denuncia di molti – non sono state applicate quando è stata installata la pista di pattinaggio al centro della piazza. La battaglia portata avanti in primis dai commercianti ha visto scendere in campo anche Don Michele Tartaglia, che più di un mese fa ha scritto una lettera al prefetto e al sindaco per denunciare i gravi disagi provocati dal provvedimento ad anziani e disabili, minacciando addirittura di chiudere la cattedrale. Il parroco è tornato a far sentire la sua voce ieri mattina, rimarcando i motivi della sua ‘protesta’. «La mia è una lotta – ha dichiarato don Michele – per difendere i diversamente abili che da quando è stata chiusa piazza Prefettura non hanno più il diritto alla libertà religiosa e di movimento. La disposizione della Prefettura impedisce radicalmente di entrare in auto e dunque di esercitare il diritto sia di entrare in un negozio, in un bar o in farmacia, sia di accedere ad un luogo di culto». Un disagio che don Michele ha vissuto sulla propria pelle: «Parlo in qualità di disabile – ha detto – e ora sono costretto una volta a settimana a farmi accompagnare per celebrare la messa. L’unica volta che ho lasciato l’auto, munita di regolare tagliando per disabili, nei pressi della chiesa – ha raccontato ancora – qualcuno ha chiamato i Vigili». Il parroco si è rivolto più volte alle istituzioni, ma senza ottenere risultati: «Dal punto di vista verbale mi sono confrontato col sindaco, poi sono dovuto, per forza di cose, ricorrere ad una comunicazione ufficiale con una mail che lo scorso 16 ottobre ho inviato al prefetto, al primo cittadino, agli assessori competenti, ma ad oggi non ho ancora ottenuto risposta». L’anomalia di questa vicenda, secondo Don Michele e i commercianti che sono intervenuti alla conferenza stampa, consiste nel fatto che la misura sia stata applicata solo in piazza Prefettura: «Sant’Antonio di Padova, San Giuseppe e in tanti altri posti si crea un agglomerato di persone all’uscita delle celebrazioni eucaristiche, ma non mi sembra che lì si sia intervenuto. Il ragionamento o vale per tutti oppure non ha senso».
«In sei anni – incalza Piero Stella, titolare del Gran Caffè Savoia – ho visto chiudere tantissimi negozi. Un’attività ha chiuso addirittura dopo soli 30 giorni. Le istituzioni dovrebbero occuparsi di questo problema: al pari della difesa dei diritti di tanti lavoratori, penso ad esempio quelli della Seac, la politica dovrebbe scendere in campo anche per noi commercianti del centro storico».
E sulla questione è intervenuto anche Ginamaria Palmieri, non in qualità di rettore ma di semplice cittadino: «Come cittadino sento il dovere di esprimere piena solidarietà a don Michele Tartaglia, appellandomi al senso di responsabilità delle istituzioni competenti. Impedire di fatto l’accesso alla Cattedrale della Santissima Trinità, luogo di culto tanto amato della nostra città, a persone anziane o con problemi di mobilità, è atteggiamento incomprensibile. In uno stato laico e democratico le giuste ragioni che inducono a favorire pratiche di svago e divertimento, ad esempio mediante l’allestimento di una pista di pattinaggio come accaduto da noi, non dovrebbero mai pregiudicare la possibilità per i fedeli più deboli, di partecipare alle celebrazioni religiose, per di più nella Cattedrale cittadina. Mi rifiuto di pensare, conoscendo la sensibilità e capacità delle istituzioni preposte, che la questione non possa trovare una soluzione soddisfacente per tutti».

Un Commento

  1. Carlotta Immobile scrive:

    In totale disaccordo con il parroco, ritengo che la vera causa di spopolamento della Cattedrale sia il modo in cui è attualmente organizzata. In tanti si stanno recando presso la chiesa dei cappuccini, che ha iniziative le più disparate. Occorre coinvolgere i parrocchiani, organizzare cene, pranzi di beneficenza e di raccolta fondi per la parrocchia, uscite con i ragazzi, animazione degli oratori con attività ludiche, culturali, sportive, di studio, creazione di gruppi di cucito o di ballo che coinvolgano gli anziani: questa è la vera vita parrocchiale! Sono altresì in totale disaccordo con gli esercenti della zona che, presi solo dalla loro acrimonia nei confronti dei vari provvedimenti di chiusura, non guardano al di là del proprio naso, e quindi non si chiedono se sono in troppi e troppo simili nell’arco di pochi metri, se non occorra una riqualificazione commerciale ed artigianale, se non si debbano pensare mercatini del sabato con promozioni per attrarre i clienti. Tutto questo accade altrove: significa che è possibile!

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.