L’emozione negli occhi dei familiari, l’ultimo abbraccio prima di varcare il cancello della caserma Frate. Per i 480 ragazzi ieri si sono aperte le porte della Scuola allievi Carabinieri di Campobasso, divenuta un punto di riferimento per l’Arma. Il 137ensimo corso Montini è composto prevalentemente da ragazzi dal centro-sud Italia, con loro anche due molisani, uno di Isernia l’altro di Campobasso e 40 donne. «Con questo corso l’Arma dei Carabinieri, in particolare il nostro comandante, il generale Tullio Del Sette – le parole del tenente colonnello Antonio Renzetti – tiene fede all’impegno che assunse in due diverse occasioni nella nostra caserma, ovvero quello di raddoppiare la presenza degli allievi carabinieri in questa Scuola. Direi che siamo andati anche oltre, saremmo dovuti essere 400 allievi, invece siamo quasi 500. È sicuramente un grande impegno che l’Arma ha mantenuto, un impegno che ha avuto necessità di costi significativi, perché abbiamo dovuto riadeguare la struttura con uno sforzo economico importante. Mi piace sottolineare il fatto che quando l’Arma assume degli impegni poi li mantiene. Credo che Campobasso tenga a vedere gli allievi carabinieri in libera uscita in uniforme, è un dato caratteristico della città dove la Scuola è sempre stata presente e resterà anche in futuro con gli stessi numeri. Chiaramente – l’augurio di Renzetti – la nostra speranza è che ci siano importanti sinergie interistituzionali che possano garantire il sostegno a questa struttura fondamentale per la città, per il Molise e per il centro Sud».
I ragazzi arrivati ieri a Campobasso hanno alle spalle un’esperienza militare, sono tutti ex Aufp. Da oggi però inizia il lavoro vero, quello che porterà loro ad indossare la divisa: undici mesi di formazione nella Scuola Frate con due mesi di tirocinio pratico in diverse stazioni d’Italia. Una sfida che non spaventa Gianpio, 26 anni di Cerignola: «Ho sempre avuto la passione di entrare nell’Arma – dice – non vedo l’ora di iniziare e dare il mio contributo. Mi aspetto di crescere molto dal punto di vista professionale e accrescere le mia competenze. Spero di diventare un carabiniere molto devoto al lavoro e aiutare la gente e mettendomi a disposizione di chiunque abbia bisogno». Indossare la divisa è un orgoglio anche per Antonio, 24enne della provincia di Caserta: «Tutti abbiamo fatto molti sacrifici per arrivare qui e bisogna essere molto motivati per fare questo lavoro, che ti aiuta a poter stare vicino alla gente. Puoi fare davvero qualcosa per la società. Per il futuro spero di fare qualcosa di operativo e di imparare molto, non è importante la destinazione ma l’obiettivo da perseguire.

MD

Potenziare la Scuola, promessa mantenuta

La promessa ha un valore. Tanto più autorevole e affidabile è la persona che assume l’impegno, maggiori sono le possibilità che lo stesso venga rispettato.
Quando a promettere è un alto ufficiale dell’Arma, va da sé che l’impegno può ritenersi assolto già all’atto dell’assunzione. Figuriamoci, dunque, se la promessa arriva dal comandante generale dei Carabinieri, Tullio Del Sette. È stato lui, il numero uno dell’Arma, ad assicurare qualche mese fa che la Scuola allievi di Campobasso sarebbe tornata agli antichi splendori. Detto, fatto!
Da ieri mattina stanno arrivando alla spicciolata 480 giovani, tra cui 40 donne, pronti a giurare fedeltà all’Arma dei Carabinieri e, dunque, allo Stato.
Un promessa mantenuta, un impegno assunto con questa città, con la sua gente. Con il Molise in generale.
Di buon ora il colonnello Antonio Renzetti, comandante della Scuola che risiede nella caserma “Frate” del capoluogo (le cosiddette Casermette), ha iniziato a coordinare, supportato dai colleghi della struttura, le operazioni di accoglienza degli allievi, tutti provenienti dalle regioni del centro sud del Paese (ci sono anche un paio di molisani).
Renzetti, che in Molise è stato anche a capo del Comando provinciale di Isernia, ha salutato uno ad uno i giovani uomini e le giovani donne del 137° Corso. Ha seguito passo passo le procedure di arruolamento. Operazioni di routine, certo. Ma che hanno il sapore della svolta, della rinascita. Della rivincita. Il generale Del Sette ha mantenuto una promessa, ma ha anche vinto una scommessa. Con se stesso perché ci ha creduto, ha creduto nella città di Campobasso, ha creduto nel Molise. E insieme ai suoi uomini, a partire da Renzetti, ha vinto contro le difficoltà affrontate di petto e risolte con fermezza e determinazione in pochissimi mesi. La Scuola allievi, che è una struttura possente, grande, che si estende su decine di ettari di terreno, negli ultimi anni era stata utilizzata in minima parte. Quando nel 2013 Renzetti si è insediato, il corso era frequentato da ‘appena’ 97 aspiranti Carabinieri. Buona parte della struttura, per forza di cose, è stata nel tempo molto trascurata. E rimetterla in sesto non è stato uno scherzo. Ma non sarebbe mai potuto accadere che il generale Del Sette disattendesse gli impegni assunti.
Ieri, dunque, per l’Arma dei Carabinieri una nuova alba. Ma anche una nuova alba per Campobasso e per il Molise.
I 500 giovani allievi stazioneranno in città per 11 mesi. Poi ne arriveranno altrettanti e così via.
Alle casermette ci sono tutte le comodità necessarie, a partire dagli alloggi appena ristrutturati e arredati con accessori nuovi e confortevoli. C’è la mensa, il bar. Presto sarà riattivata anche la pizzeria. I corsisti avranno tuttavia l’esigenza di acquistare effetti personali, abbigliamento, merce per il fabbisogno quotidiano; magari avranno necessità di fare compere per Natale. C’è poi l’indotto, a cominciare, appunto, dai servizi di ristorazione. Le forniture, le pulizie degli ambienti. Un notevole giro di affari, l’economia che si rimette in moto.
Il comandante generale dei Carabinieri la sua promessa l’ha mantenuta. In un’epoca dove le parole d’ordine sono “tagli” e “chiusure”, l’Arma ha investito centinaia di migliaia di euro e non ha raddoppiato ma quintuplicato. Una promessa a cui ne erano seguite altre da parte delle istituzioni locali. Promesse di sostegno, supporto. Chissà se sono state allo stesso modo mantenute…
Luca Colella

Un Commento

  1. Dario Onofrio scrive:

    Bisogna fare per forza l’esercito per fare questa formazione

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