Tutti ricorderanno il concorso di idee lanciato dal Comune di Campobasso per la realizzazione di tre nuovi poli scolastici a Vazzieri, nel quartiere Cep e via Crispi. Un progetto che vedeva la collaborazione tecnica ed economica dell’Ordine degli architetti di Campobasso e dell’Ance Molise che, assieme, avevano messo a disposizione anche 40mila euro per bandire uno o più concorsi di idee. A circa sei mesi dalla firma del protocollo, contestato da più parti (Acem e Ordine degli ingeneri in primis) arriva il clamoroso dietrofront del Comune che ha ‘scaricato’ «con una cortese nota» sia l’Ordine degli architetti, che l’Ance proseguendo da solo nel progetto. Una decisione che secondo il presidente dell’Ordine Guido Puchetti «è stata causata dalle sterili e strumentali osservazioni sollevate dal presidente dell’Acem.
Nel manifestare profonda delusione per la decisione adottata dal Comune – prosegue – riteniamo sia doveroso da parte dell’Ordine degli architetti di Campobasso fornire chiarimenti in merito a quanto dichiarato dal presidente dell’Acem Di Niro relativamente al “Concorso di idee”. L’Ordine degli architetti – continua il presidente – ha da tempo posto l’attenzione sulla problematica legata all’edilizia scolastica, che è sfociata in uno studio accurato sulle due scuole realizzate dal Comune di Campobasso in via Sant’Antonio dei Lazzari ed in via Crispi (studio dal quale sono emerse una serie di criticità indicate in maniera puntuale all’Amministrazione comunale, ma ampiamente disattese). Studio che si è concretizzato attraverso l’organizzazione del convegno sulle “Scuole innovative” tenutosi a Campobasso il 10 aprile 2016 al quale hanno partecipato relatori qualificati che hanno illustrato le migliori best practices accompagnando i partecipanti, se pure attraverso immagini, nelle scuole realizzate negli ultimi anni che ricalcano il nuovo modo di concepire la scuola, una scuola aperta al territorio, moderna ed al passo con i tempi. Iniziativa poi proseguita con la partecipazione ai gruppi di lavoro costituiti dagli studenti, genitori e amministratori al fine di raccogliere i desiderata e le idee per la costruzione di una scuola a misura di chi la vive tutti i giorni. Nel ventaglio di iniziative culturali si inserisce anche l’impegno dell’Ordine di promuovere un concorso volto a raccogliere le migliori idee per progettare una scuola veramente “innovativa”. L’impegno dell’Ordine – precisa Puchetti – si era concretizzato con lo stanziamento di una somma di 20.000 euro per attivare il concorso di idee oltre alla realizzazione di una piattaforma “Con Idee”, che sarà presentata a breve, per la gestione telematica di tutte le fasi concorsuali, in forma strettamente anonima, al fine di garantire la scelta dei vincitori sulla base dei parametri di qualità, sostenibilità, innovazione e trasparenza. Secondo questi principi, che sono alla base di tutte le azioni dell’Ordine, si è proposto, come detto, con l’Ance, al Comune di Campobasso di lavorare assieme per promuovere un nuovo modo di progettare, di perseguire qualità; il concorso di idee appunto, previsto e sostenuto dal Codice degli appalti e molto attivo in altre regioni italiane, che avrebbe dato la possibilità di raccogliere le idee dei progettisti e scegliere la migliore. La gestione tecnico-amministrativa del concorso, stabilita nel Protocollo di Intesa, era a carico del Comune che, di conseguenza, avrebbe curato i rapporti con tutti i soggetti coinvolti nel processo istruttorio e nell’espletamento del Concorso, dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale alla nomina della Commissione, alla pubblicazione degli esiti, al conferimento degli incarichi e quant’altro per portare a termine il processo concorsuale, inclusi i rapporti con i canali ed i mezzi informativi a mezzo stampa e con i principali social network. L’Ordine degli Architetti avrebbe fornito il supporto tecnico-organizzativo nell’ambito del Comitato paritetico che avrebbe curato gratuitamente, a partire dalla stesura del Bando, le diverse fasi di realizzazione del Concorso di Idee.
Nessuna ingerenza da parte dell’Ordine, ma solo collaborazione finalizzata al raggiungimento dell’obiettivo di vedere progettare e realizzare scuole vere ed al passo con i tempi. Inoltre, così come previsto dalle norme in vigore, il componente del Comitato paritetico indicato dall’Ordine degli architetti, così come coloro che avrebbero partecipato alla stesura del Bando e dei documenti allegati, i loro coniugi ed i loro parenti fino al terzo grado compreso e chiunque avesse in corso con loro un rapporto di lavoro o altro rapporto notorio, non avrebbero potuto partecipare al concorso.
L’ulteriore ingerenza dell’Ordine per la nomina della Commissione, così come affermato dal presidente dell’Acem, va anch’essa smentita in quanto la commissione di valutazione, sarebbe stata nominata solo a valle della chiusura del concorso, ed il ruolo dell’Ordine sarebbe stato unicamente quello di garantire la presenza di commissari indipendenti e soprattutto qualificati, specializzati e riconosciuti dai partecipanti, in grado di valutare oggettivamente i progetti migliori.
Si ribadisce che l’anonimato dei partecipanti sarebbe stato garantito fino alla proclamazione e con questa procedura avrebbe vinto la migliore idea, anche se proposta da un iscritto non dell’Ordine di Campobasso.
Eravamo e siamo ancora certi che il confronto serve a migliorarsi; la mostra, il dibattito generato dal concorso avrebbe arricchito tutti non solo gli addetti ai lavori.
L’affidamento, inoltre, al vincitore dei successivi livelli di progettazione non è un’invenzione dell’Ordine, ma come dovrebbe sapere anche Di Niro, è una possibilità fornita dal Codice che consente al vincitore del concorso, qualora sussistano i requisiti, di poter progettare l’intervento così come ideato nei limiti di spesa stabiliti e confermati in sede concorsuale. Ancora una volta dobbiamo, purtroppo, constatare l’impossibilità di introdurre procedure nuove, diverse che premiano la qualità e sulle quali l’intera cittadinanza possa discutere, senza segregare la scelta nei ristretti ambiti del Comune. Purtroppo anche questa volta dobbiamo riscontrare che le logiche che accompagnano le cose sono diverse da quello che noi architetti auspichiamo siano.
L’Ordine degli architetti si sente orgoglioso di avere sostenuto ed appoggiato questa iniziativa, trasparente, innovativa e di alta qualità, finalizzata unicamente a dare alla comunità ed in particolare agli studenti, scuole con spazi sicuri, adeguati, belli, funzionali, flessibili, trasformabili, colorati, insonorizzati, caldi d’inverno e freschi d’estate, dove è possibile assicurare la crescita e l’apprendimento secondo principi pedagogici e programmi didattici innovativi.
L’opera di architettura – conclude Puchetti – tende a sopravvivere al suo ideatore, al suo costruttore, al suo proprietario, ai suoi primi utenti e per questi motivi è di interesse pubblico e costituisce un patrimonio della comunità. Per questo un’opera pubblica progettata bene e costruita altrettanto bene, è un dovere professionale che noi architetti ed anche i costruttori dobbiamo alla comunità.
Ma c’è da chiedersi se è proprio questa qualità che non vuole chi ha ostacolato, attraverso attacchi strumentali, il raggiungimento di questo obiettivo».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.