Lauree ‘farlocche’ o conseguite al di fuori dei confini nazionali, titoli di studio millantati e mai posseduti. Il primo caso a fare scalpore è stato quello dell’assessore Salvatore Colagiovanni, (coinvolto in una indagine – in parte archiviata – sul concorso in Protezione civile). Ora a Palazzo San Giorgio si è alzato un nuovo polverone. Le segnalazioni sono arrivate direttamente da diversi inquilini del Municipio, che hanno tirato in ballo il collega Pietro Montanaro, esponente dell’Ucd e presidente della Commissione Bilancio. Ad innescare la polemiche proprio la convocazione della commissione inviata via pec ai consiglieri: in calce c’è la firma di Pietro Montanaro, con il titolo di ‘dottore’. Peccato che, come si legge nel suo curriculum vitae presente sia sul sito del Comune che su quello del Ministero degli Interni (alla sezione anagrafe degli amministratori locali) abbia conseguito la licenza di scuola media inferiore, completato il corso per infermiere professionista. Insomma, nessuna laurea, neppure triennale, che giustifichi quel ‘dott.’ prima del nome. «Sin tratta di usurpazione di titolo», la tesi dei ‘contestatori’. In effetti l’articolo 498 del Codice Penale stabilisce che commette il reato di usurpazione di titolo chi porta i segni distintivi o la divisa di un impiego pubblico, di un ufficio pubblico, di un corpo giudiziario, di un corpo amministrativo, di un corpo politico o di una professione che presuppone una abilitazione specifica dello Stato in maniera abusiva. La pena prevista è una sanzione amministrativa che può andare da un minimo di 154 euro a un massimo di 929 euro. La stessa sanzione può essere applicata a chi sostiene di essere in possesso di pubbliche insegne onorifiche come decorazioni, titoli o gradi accademici o di qualità che riguardano gli impieghi e gli uffici pubblici citati in precedenza.
Ma l’esponente dell’Udc del Comune di Campobasso non ci sta e risponde alle critiche. «Non mi sono mai appropriato di un titolo di studi che non ho conseguito – ha tuonato il consigliere. È il segretario di commissione, dopo che ha ricevuto il mio mandato, ad inviare la Pec di convocazione. Probabilmente si è trattato di un errore in buona fede, io non mi sono mai firmato dottore. Sono un infermiere professionista, qualifica conseguita nel 1985 dopo un corso di 3 anni. Ma non mi sono mai spacciato per medico. Tant’è che le persone vengono nell’ambulatorio di via Gramsci, dove lavoro, spesso mi vedono col camice e mi chiamano ‘dottore’ , ma io preciso sempre di essere solo un infermiere. Professione di cui vado fiero». E chiude il ‘caso’ :«Queste sono polemiche sterili di chi non ha niente di meglio da fare».

2 Commenti

  1. Michele scrive:

    Infermiere professionale

  2. Francesca scrive:

    Sia ben chiaro non ho alcun interesse a prendere le parti del consigliere dell’udc che si autodefinisce”solo un infermiere”, vorrei gentilmente portare alla vostra attenzione l’odierno statuto di tale professione alla quale si accede con laurea triennale dopo ovvio conseguimento di diploma di scuola media superiore.

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