Sulla scia del grande successo riscosso giovedì scorso, il mercato di Campagna amica di Campobasso riproporrà anche oggi il “Pasta day”. Un’iniziativa, questa, mirante a far conoscere ai consumatori la qualità ed il gusto unico della pasta prodotta esclusivamente con grano duro italiano, coltivato e lavorato nel nostro Molise.
Per far ciò, dalle ore 12, oltre al classico menù a km zero da 10 euro, nell’area food del mercato sarà possibile consumare, o acquistare e portare a casa, il menù “Pasta day”, composto da un piatto di pasta (sagnette con legumi) al costo di 2 euro ed un ottimo bicchiere di vino molisano a solo 1 euro.
Inoltre oggi al mercato inizierà la raccolta delle firme per una petizione da inviare al Presidente del Parlamento Europeo ed al Presidente della Commissione per le petizioni al fine di tutelare il vero cibo italiano.
L’iniziativa, che partirà già da oggi in occasione del mercato in via Insorti d’Ungheria, avrà la sua presentazione ufficiale giovedì 22 febbraio quando, per tutta la giornata, continuerà la raccolta delle firme degli amici consumatori che frequenteranno il mercato, ed avrà il suo clou alle ore 17 quando ci sarà un momento di riflessione sulle tematiche che riguardano la tracciabilità dell’origine della provenienza dei cibi, non ultimo del grano duro con l’obbligo di inserire nell’etichetta della pasta il Paese di produzione, alla quale sono invitati anche tutti i candidati molisani alle politiche per sottoscrivere la petizione.
Secondo la nuova normativa in vigore da alcuni giorni infatti, le confezioni di pasta (come quelle di riso) dovranno riportare in etichetta anche il Paese di origine del grano duro utilizzato per la produzione della pasta e non più solo il luogo della produzione. «Ciò – sottolinea la Coldiretti – mette fine all’inganno dei prodotti importati, spacciati per nazionali, in una situazione in cui un pacco di pasta su tre è fatto con grano straniero (spesso trattato con glifosate nella fase di preraccolta), senza che questo fosse, fino all’entrata in vigore della nuova norma, indicato in etichetta.
Infatti – precisa la Coldiretti – l’assenza dell’indicazione chiara dell’origine non consente di conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche qualitative e impedisce anche ai consumatori di sostenere le realtà produttive nazionali e con esse il lavoro e l’economia del territorio. Grazie a questa nuova norma usciranno così finalmente dall’anonimato e saranno quindi riconoscibili nelle etichette della pasta, ben 4,3 miliardi di chili di grano duro italiano».
L’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del grano duro riveste fondamentale importanza nella nostra regione, sia per la produzione dello stesso, con migliaia di produttori interessati che fino ad oggi hanno visto fortemente deprezzato il proprio prodotto, sia per le imprese di trasformazione che nella nostra regione vantano una lunga e affermata tradizione.

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