La cerimonia non poteva non aprirsi nel ricordo di Giorgio Palmieri, il direttore della biblioteca Unimol tragicamente scomparso proprio durante la presentazione de La Storia di Campobasso al Savoia. Il suo contributo è stato fondamentale per la redazione dell’opera omnia di Vincenzo Gasdìa, come ha ricordato ieri pomeriggio nella sala della Costituzione di via Milano il sindaco Antonio Battista, senza nascondere la commozione.
Accanto al primo cittadino i curatori dei volumi Walter Santoro, Mario Ziccardi e Alessandra Savone, che nel 2015 hanno iniziato il lavoro di ricerca e ricomposizione dei manoscritti. L’opera è interamente dedicata al resoconto della storia molisana e cittadina nel corso di oltre venticinque secoli, dai primordi sannitici sino alla metà del XX secolo con la Cronaca della città, con uno sguardo sempre vivo ed attento al contesto territoriale d’appartenenza e con costanti riferimenti alla storia nazionale ed europea.
Il lavoro rappresenta il frutto di cinquant’anni di studi e ricerche nel corso dei quali l’autore, attingendo a numerose e prestigiose istituzioni bibliotecarie ed archivistiche, rinviene cospicua documentazione edita e inedita, oltre a disparate fonti storiche e archeologiche. Una poderosa attività di collazione e di ricostruzione delle fonti che lo vede impegnato a più riprese, dall’arrivo a Campobasso nell’ottobre 1899, sino alla pubblicazione dei soli primi due volumi nell’anno 1960 inerenti la storia cittadina sino al secolo XVII.
Voluta e finanziata dalla Città di Campobasso, la pubblicazione della poderosa opera editoriale costituisce anche un importante tassello del patrimonio bibliografico e storiografico cittadino. I primi due volumi, riprodotti in anastatica, sono completati dall’edizione del terzo e inedito volume (diviso in due tomi), che prosegue la narrazione sino alla fine del XIX secolo. L’opera include anche un volume relativo alla Bibliografia generale e Indici onomastici, compilati su iniziativa esclusiva dei curatori e della Cronaca di Campobasso, anch’essa inedita, con gli avvenimenti più significativi accorsi nei primi sessant’anni del secolo XX. Completa il progetto editoriale il Codice Diplomatico Campobassano, mai dato alle stampe, comprendente l’edizione critica delle fonti pergamenacee consultate, trascritte e regestate dal Gasdía, ovvero la trascrizione delle pergamene di età medievale e moderna un tempo conservate presso l’Archivio Storico Municipale che l’Autore trascrisse prima che i tedeschi ne appiccassero l’incendio nel 1943, oltre che il corpus documentario dell’Archivio dei Ss. Giorgio e Leonardo e dei Registri e Fascicoli della cancelleria Angioina di Napoli.
Il lavoro di studio sui manoscritti di Vincenzo Eduardo Gasdía è stato avviato presso l’Archivio Storico dell’Abbazia di Montecassino nell’anno 2013, nell’ambito di un progetto di ricerca già in itinere sull’evoluzione storica dell’abitato campobassano.
L’esistenza di un fondo documentario inerente la città era segnalata tra le righe dei due volumi editati nel 1960 della Storia di Campobasso, nei quali ricchi ed espliciti erano i riferimenti a manoscritti privati dell’Autore. Noto era difatti il suo legame con l’Abbazia di Montecassino, presso la quale aveva trascorso, quale novizio, alcuni anni giovanili; da qui la scelta di designarla quale depositaria del suo imponente archivio privato e familiare, a più riprese donato all’ente monastico dagli anni Settanta del XX secolo.
L’accesso e la consultazione al poderoso nucleo di carte gasdiane sono state tutt’altro che agevoli, essendo lo studio precluso a eventuali ricercatori sino all’anno 2011. Solo nel settembre 2013, dopo vari colloqui con il direttore archivista, il compianto don Agostino Avagliano, e quindi col successore e attuale direttore don Mariano Dell’Omo, è stato possibile verificarne la consistenza e iniziare lo spoglio delle carte del Fondo Donazione Gasdía. Le buste, sigillate mediante piombi recanti l’iniziale dell’Autore, sono state aperte e sottoposte dai curatori a un preliminare inventario di massima e necessario lavoro di collazione.
Nel 2015 a seguito dei contatti con l’Amministrazione Comunale, già interessata alla pubblicazione delle carte d’interesse cittadino, si è dato inizio all’imponente attività di ricomposizione, trascrizione e curatela del materiale manoscritto e dattiloscritto, tenendo fede all’originario progetto in più volumi voluto dall’Autore.
Il lavoro editoriale ha impegnato i ricercatori per quasi tre anni attraverso un faticoso compito di correzione e trascrizione delle bozze preliminari, imprescindibili collazioni di carte, confronto costante con le fonti citate, ispezioni su luoghi e cose citati nei manoscritti, realizzazione delle bibliografie e degli indici previsti ma non realizzati dall’autore, cura dell’editing.

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