Il caso è scoppiato a novembre scorso e ha fatto molto rumore. Sette furbetti del cartellino in Consiglio regionale: questo era emerso dall’inchiesta della Procura di Campobasso che aveva affidato le indagini alla Squadra Mobile. Truffa ai danni dello Stato l’accusa per i dipendenti assunti a tempo indeterminato che secondo gli inquirenti, in numerose occasioni, hanno timbrato il cartellino per poi lasciare il palazzo di via IV Novembre e dedicarsi alla più disparate attività, dalla palestra fino allo shopping. Nella giornata di martedì i giudici hanno espresso il verdetto per due degli indagati, difesi dall’avvocato Gianfederico Cecanese. La posizione dei due dipendenti, che in attesa del processo sono stati sospesi dal servizio con decurtazione dello stipendio, è stata archiviata sia in sede penale che in sede disciplinare con revoca del provvedimento di sospensione e restituzione delle somme decurtate. Ampia soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Cecanese che ha dimostrato come «nessuna ipotesi di assenteismo era stata posta in essere dai dipendenti per cui nessun processo poteva instaurarsi ed alcuna sanzione poteva essere adottata nei loro confronti».

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