Lo avevano annunciato nel corso della conferenza stampa indetta per denunciare «l’ennesimo sperpero di soldi pubblici da parte della Sea». Detto, fatto. Il capogruppo del Movimento 5 Stelle a Palazzo San Giorgio Roberto Gravina ha ‘chiamato in causa’ la Corte dei Conti – attraverso l’organo regionale della Conferenza delle Autonomie Locali – per chiedere un parere sulla legittimità dell’acquisto della nuova sede legale da parte della municipalizzata guidata da Stefano Sabatini. Si tratta di parte dei locali di piazza Molise che prima ospitavano il supermercato Gran Risparmio. Un’operazione che costerà alla Sea 250mila euro, escluse le spese di ristrutturazione, visto che l’immobile è stato costruito negli anni ‘80.
Il capogruppo pentastellato ha inviato nelle scorse ore una richiesta di parere preventivo alla Corte dei Conti “Sezione regionale di controllo per il Molise”, per il tramite della Conferenza delle Autonomie Locali regionale.
«Come già rappresentato al sindaco e al presidente del Consiglio mediante specifici atti consiliari – scrive Gravina – l’acquisto di un bene immobile da parte delle amministrazioni pubbliche, è attualmente disciplinato dall’art. 12 del D.L. 6.7.2011, n. 98, il cui comma 1-ter disciplina, dal 1° gennaio 2012, i presupposti degli acquisti degli enti territoriali e del Servizio sanitario nazionale, disponendo che anche essi, dal 1° gennaio 2014, al fine di pervenire a risparmi di spesa ulteriori rispetto a quelli previsti dal patto di stabilità interno (…) effettuano operazioni di acquisto di immobili solo ove ne siano comprovate documentalmente l’indispensabilità e l’indilazionabilità attestate dal responsabile del procedimento». Requisito che secondo l’esponente dell’opposizione non è stato minimamente rispettato. Gravina ricorda infatti che «il Comune di Campobasso detiene una serie di immobili utili allo scopo e la stessa società partecipata detiene, in proprietà, una sede operativa che se opportunamente adattata, ben potrebbe ospitare anche gli uffici legali. Lo scorso 21 marzo la vicenda è stata portata anche all’attenzione dell’opinione pubblica al fine di indurre, ancora una volta, l’Amministrazione, a rivedere le scelte del Consiglio di Amministrazione della Sea che ciò nonostante, con l’assenso del socio unico – rappresentato dal dirigente responsabile dei controlli sulle partecipate, dottor Antonio Iacobucci – ha, nel mentre, deliberato l’acquisto, avviando le relative pratiche, oggi ferme alla fase del frazionamento dell’immobile e quindi non ancora concluse.
Appare quindi urgente e quanto mai improcrastinabile – la richiesta di Gravina- sospendere l’intera procedura di acquisto al fine di interessare la Conferenza delle Autonomie e, per suo tramite, la competente Sezione regionale della Corte dei Conti, affinché quest’ultima fornisca un parere circa la legittimità dell’operazione, evitando possibili risvolti di carattere giuscontabile, posto che numerose sono le pronunce della magistratura contabile in tal senso».
Insomma, la ‘guerra’ tra il Movimento 5 Stelle e la Sea prosegue senza esclusione di colpi.

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