La polemica è scoppiata qualche mese fa – a novembre per l’esattezza – quando i residenti di via Piave hanno costituito un comitato per scongiurare la possibile apertura di un centro di accoglienza nello stabile di via Montello. Secondo il comitato, infatti, la palazzina di quattro piani che l’impresa edile Trentalange di Campobasso ha ristrutturato, è destinata ad accogliere circa 150 richiedenti asilo.
Lo scorso 18 aprile il comitato è passato ai fatti e si è affidato ad un legale che ha scritto al prefetto di Campobasso e al sindaco Battista chiedendo informazioni sul probabile arrivo, o ricollocamento, di migranti.
Secondo i residenti un numero elevato di migranti in una zona, popolosa e popolare come il quartiere Cep (dove, per altro, c’è già un’alta concentrazione di migranti, dovuta alla presenza della struttura di accoglienza della Caritas “Casa degli angeli”) , creerebbe un impatto sociale e di degrado ulteriore in una zona già a rischio.
Inoltre, la palazzina si trova in un luogo buio, non essendo fornito di illuminazione pubblica, circondata da una serie di palazzi che non renderebbero immediato l’accesso, in caso di disordini o per motivi di sicurezza, da parte delle forze dell’ordine o dei soccorsi.
«Il Molise – sottolinea Claudia Mistichelli, responsabile del Comitato – è una delle regioni con più alto tasso di presenze di migranti ospiti nei centri di accoglienza, in rapporto alla popolazione locale. Nonostante l’adesione allo Sprar a Campobasso continuano ad aprire centri di accoglienza gestiti da privati. Inoltre Campobasso subisce anche l’accoglienza dei paesi limitrofi (Ferrazzano, Oratino, Ripalimosani), con la conseguenza di una presenza costante e cospicua di migranti.
Numerosi gruppi di persone che girano, notte e giorno, senza meta, senza un luogo o uno scopo quotidiano, soprattutto, senza controllo da parte dei gestori dei centri di accoglienza e di tutte le istituzioni preposte al controllo».
Al momento però dalla Prefettura smentiscono l’apertura di un nuovo Cas e anche a Palazzo San Giorgio (che gestisce soltanto il sistema Sprar e non i Centri di accoglienza straordinari) non è arrivata alcuna comunicazione al riguardo. Secondo il legale del Comitato la palazzina potrebbe essere utilizzata come “sede sovrannumero” di un Cas esistente. Vale a dire che potrebbe ospitare migranti già presenti in città che, per questione di sovraffollamento, verrebbero trasferiti in via Montello. Insomma, sulla questione aleggiano ancora molti dubbi. I residenti sono convinti: quei lavori di ristrutturazione (sono stati infatti realizzati diversi bagni e camere da letto) non lasciano dubbi. «Nella palazzina verranno ospitati i migranti, ma noi – promettono – daremo battaglia e contro l’apertura del centro».

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