Una storia che, purtroppo, accomuna molte famiglie italiane. Negli ultimi anni in tanti hanno dovuto fare i conti con la crisi: la perdita del posto di lavoro, lo stipendio o la pensione che non bastano per arrivare alla fine del mese, o addirittura la diagnosi di una grave malattia di un proprio caro ed il ‘salasso’ delle spese sanitarie. È il caso di una famiglia di Campobasso: lui, pensionato con un assegno minimo, una moglie casalinga, ma che si è sempre data da fare per ‘sbarcare il lunario’, e una figlia affetta da una grave patologia. Persone che hanno lavorato una vita e che, di punto in bianco, si trovano attanagliate nella morsa dei debiti. Una bolletta non pagata, una rata saltata, scadenze che si accumulano fino a diventare insormontabili. In gergo si chiama ‘sovrindebitamento’ , nel linguaggio comune si traduce in ‘disperazione’. Eppure una soluzione per uscire dal tunnel esiste: la Legge 3 del 2012, emanata dal governo Monti, ribattezzata legge ‘salva suicidi’. Ed è la norma a cui hanno fatto riferimento l’avvocato Gianluca Giammatteo e il dottor Alessandro Capone per risolvere la difficile situazione della famiglia campobassana, per altro colpita da un provvedimento di sfratto dello Iacp. Una sentenza ‘storica’ per il Molise quella emessa lo scorso 30 aprile dal Tribunale di Campobasso a cui i due professionisti, supportati dal Caf Cisal che aveva segnalato loro il caso, hanno presentato ricorso. «La famiglia – ha spiegato l’avvocato Giammatteo – presentava una situazione debitoria molto grave, sia nei confronti del fisco che dell’Istituto autonomo case popolari, ed analizzando il caso insieme al commercialista Capone abbiamo riscontrato che c’erano tutte le condizioni per presentare ricorso».
Il giudice – questo prevede l’iter – ha successivamente nominato l’avvocato Marco Angiolillo come Occ (organismo di composizione della crisi), vale a dire un intermediario tra la famiglia ed il tribunale, che ha a sua volta esaminato la situazione di sovrindebitamento e depositato una relazione in cui ha accertato che la famiglia era meritevole di tutela da parte dello Stato. Tesi pienamente accolta dal giudice Napolitano che, a 24 ore dallo sfratto, ha disposto la sospensione nel provvedimento, in attesa dalla prossima udienza in cui verrà discusso il piano di ristrutturazione e dilazione del debito. «Siamo molto soddisfatti del pronunciamento – hanno commentato Giammatteo e Capone – in questo modo la famiglia pagherà un importo ridotto e rateizzato del debito iniziale, interfacciandosi direttamente con l’Occ e non più con i creditori».
Insomma, una boccata di ossigeno per una famiglia che, come tante, non riusciva a far fronte ai propri debiti con le attuali disponibilità economiche. Una via d’uscita al dramma della crisi.

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