Si è concluso con quattro assoluzioni il processo che ha visto coinvolti tre chirurghi e il primario del reparto di Rianimazione dell’ospedale Cardarelli accusati di omicidio colposo per la morte di Nicla D’Amico, 30enne di San Massimo, avvenuta il 25 novembre 2012.
All’epoca dei fatti, a seguito della denuncia da parte dei genitori, nel registro degli indagati finirono 14 persone tra medici e paramedici in servizio all’ospedale del capoluogo. All’udienza preliminare però erano stati tutti prosciolti tranne i 4 medici rinviati a giudizio: Dino Dall’Olio, assistito da Serafino Trotta e Nicola Palmiotti, Massimo Civerra, assistito da Mario Pietrunti, Gabriella Ruzzi, assistita da Gaetano Caterina, e il primario di Rianimazione Romeo Flocco assistito da Giorgio Altieri. Secondo l’accusa avevano tenuto condotte imprudenti e negligenti causando il decesso della 30enne.
La ragazza morì dopo un intervento chirurgico per sopravvenute complicazioni respiratorie.
La giovane donna aveva accusato un malore e il medico di famiglia le aveva consigliato il ricovero per gli accertamenti del caso. Nel periodo di permanenza in ospedale era stata sottoposta a terapie mediche e poi dimessa dopo alcune settimane di degenza. Tornata a casa il suo stato di salute, nonostante le cure, non era affatto migliorato. Finché fu di nuovo ricoverata d’urgenza e sottoposta ad intervento chirurgico. Intervento clinicamente riuscito, ma le sue condizioni si aggravarono fino al trasferimento in Rianimazione e, qualche giorno dopo, al decesso avvenuto il 25 novembre 2012. Ieri dunque il giudice Scarlato ha emesso il primo verdetto alla vicenda con l’assoluzione dei 4 medici dall’accusa di omicidio colposo perché il fatto non sussiste.

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