Rispetto a domenica scorsa, ieri il clima a Palazzo San Giorgio sembrava decisamente più disteso. Dire che è “scoppiata” la pace tra Salvatore Colagiovanni e il sindaco sarebbe azzardato. Il primo cittadino, da buon, anzi, ottimo padre di famiglia qual è, ha convocato l’assessore con cui ieri sera ha avuto un lunghissimo confronto.
Intanto Battista non ha dato seguito alle dimissioni che Colagiovanni giovedì scorso gli aveva consegnato. Quindi, quella che ieri Primo Piano aveva veicolato come una indiscrezione, trova piena conferma nei fatti. Allo stesso modo va detto che quando un consigliere o un assessore lascia la carica, il documento lo protocolla e lo consegna nelle mani del Segretario generale del Comune. È evidente, dunque, che Colagiovanni più che dimettersi voleva dare un segnale. Ma al di là delle intenzioni, sta di fatto che il pezzo di carta su cui l’assessore aveva manifestato la volontà di rimettere le deleghe è rimasto nelle tasche di Battista. Che, come lo stesso assessore adesso – seppur a denti stretti – ammette, ha scelto la strada migliore. Ovvero quella di far trascorre qualche ora affinché gli animi si rasserenassero.
«Ho apprezzato molto la convocazione del sindaco – ha affermato ieri l’assessore – che a sua volta si è detto soddisfatto del lavoro svolto per l’organizzazione del Corpus Domini». A questo punto è necessario ricordare che Colagiovanni aveva deciso, probabilmente troppo frettolosamente, di lasciare l’esecutivo dopo una lite con Battista circa, appunto, l’organizzazione delle festività.
«Sono ancora convinto – prosegue l’assessore -, parlo in termini generali, che questa amministrazione potrebbe fare molto, ma molto di più. Raccolgo, ma non sono il solo, molte critiche dai cittadini. Proprio per questa ragione ho accolto con rinnovata grinta l’invito del sindaco a lavorare per il bene della comunità che ci ha voluti alla guida del Municipio. Campobasso è la mia città, chi mi conosce sa che sono innamorato di questo luogo. Campobasso per me viene prima di tutto. Non si tratta di colori politici, di schieramenti. Non si tratta né di destra, né di sinistra. Le migliaia di persone, le foto lo testimoniano, che hanno affollato il corso in occasione della sfilata dei Misteri, è un fatto che non ha colore politico».
Solo domenica mattina, però, lo stesso Colagiovanni confidava ad un suo collega amministratore di guardare con interesse la Lega.
«Certo – ribadisce – non lo nego affatto. Sto osservando con molta attenzione le mosse politiche di Matteo Salvini. Da giovane amministratore che non si rivede nelle teorie (perché di questo si tratta) dei 5 Stelle non potrei fare diversamente. Non azzardo giudizi, mi sembra prematuro. Salvini ha appena assunto un ruolo di governo importantissimo e assai delicato per il futuro del Paese. Per ora osservo in silenzio. Se son rose fioriranno».
ppm

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