L’esposto alla Corte dei Conti è pronto a partire. Una scelta ‘obbligata’ secondo il Movimento 5 Stelle dopo che la Sea ha ufficializzato l’acquisto della nuova sede, con tanto di firma dal notaio. La questione tiene banco da circa un anno, ovvero da quando la municipalizzata che si occupa della gestione dei rifiuti in città ha pubblicato il bando per ‘cercare casa’. La scelta, come è noto, era ricaduta sull’ex Gran Risparmio di piazza Molise, o meglio, su parte dei locali che prima ospitavano il supermercato. Costo dell’operazione: 250mila euro per un immobile realizzato prima degli anni ‘80 (nonostante il bando della Sea richiedesse esplicitamente locali di recente costruzione), e che per altro richiede ulteriori interventi di ristrutturazione. E dunque altre risorse. Ieri mattina in aula i consiglieri pentastellati, attraverso una mozione (bocciata alla fine della discussione), hanno presentato il conto dell’ennesimo sperpero di denaro pubblico al sindaco Battista, annunciando di rivolgersi alla giustizia contabile. Del resto i grillini avevano sollecitato più volte l’amministrazione ad intervenire sulla vicenda, proponendo di utilizzare immobili di proprietà comunale ed evitare così una spesa «inutile».
«Era impensabile – ha detto il sindaco in aula – che la Sea continuasse a pagare 36mila euro l’anno di affitto. Noi ci siamo confrontati con il cda, ma il Comune non aveva locali adatti per ospitare la sede legale. Nell’ex scuola di via Roma saranno realizzati uffici e spazi dedicati alla Cultura. Sul tavolo erano dunque rimaste due proposte: o l’acquisto di un terreno adiacente all’attuale rimessa di Fontana Vecchia per allargare il piazzale e creare un sede multiservizi, oppure acquistare la piscina ma completata di Colle dell’Orso. Ma i costi per l’abbattimento e la ricostruzione dell’opera era troppo elevati, io – ha spiegato Battista – ero favorevole alla prima proposta».
La municipalizzata, però, è andata avanti per la sua strada ed ha optato per l’acquisto dell’ex supermercato in piazza Molise.
«Ci siamo sempre opposti a questa soluzione – ha rimarcato Gravina – perché non la riteniamo legittima e proprio per evitare di doverci rivolgere alla Corte dei Conti. Ma ora non abbiamo scelta. E non abbiamo mai detto di preferire un immobile ad un altro, pur conoscendo alcuni imprenditori, ci siamo mossi sempre per evitare l’acquisto».
Oltre alla sede della Sea, un altro argomento ha scaldato gli animi in aula. Quale destino attende la Cittadella dell’Economia di contrada Selvapiana? Per la struttura, inutilizzata da anni, era disponibile un finanziamento di ben 4 milioni di euro, previsto nel Patto per il Molise sottoscritto nel 2016 dall’ex premier Matteo Renzi e dall’allora governatore Paolo Frattura. Alla domanda delle opposizioni ha risposto sempre il primo cittadino: «Al momento non ci sono risorse. Sull’area fieristica siamo in attesa, vediamo se riusciamo a riportare attività, non solo fieristiche, nella struttura. Altrimenti è inutile stanziare risorse per un’opera che non verrà utilizzata, come per altro è già successo in passato». Inoltre Battista ha precisato, rispondendo alle accuse mosse da Pilone, che il mancato accordo con al Telecom per l’attivazione nella struttura di un call center (poi aperto ad Agnone, ndr) non è assolutamente dipeso dall’amministrazione. «Ho dei testimoni che possono provarlo – ha tuonato in aula il Battista – io non ho chiuso le porte in faccia all’impresa Telecom. L’affare è sfumato perché la società ha dichiarato che la struttura era troppo lontana dal centro. E chiunque continuerà a sostenere il contrario dovrà risponderne nelle sedi opportune».

md

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