La polemica è scoppiata la scorsa settimana, quando il gestore del parco in via XXIV Maggio ha deciso di chiudere i battenti senza un’apparente spiegazione. L’area verde con giostre e giochi per i più piccoli, punto di ritrovo per gli abitanti del quartiere, frequentata soprattutto da anziani e bambini, negli ultimi 4 anni è stata infatti presa in gestione, tramite un bando comunale, da Michele Giglio, imprenditore 28enne del capoluogo e titolare dell’ “Egypt”, il bar all’ingresso del parco. «E adesso? Dove porteremo i nostri bambini a giocare?», i commenti sui social di tante mamme preoccupate. Ma dopo le insistenti richieste di spiegazioni da parte dei cittadini il Comune ha immediatamente diramato una nota in cui ha spiegato che: «Nonostante la scadenza del contratto fosse prevista per il prossimo anno, 2019, il soggetto gestore ha comunque inteso riconsegnare la struttura senza alcun preavviso, per proprie inadempienze contrattuali, impedendo di fatto al Comune di trovare nell’immediato soluzioni alternative, per cui il Parco della Memoria-Largo XXVII gennaio resterà chiuso per qualche giorno, ma l’amministrazione è già al lavoro per riaprire al più presto l’area».
In tanti dunque si sono scagliati contro la decisione apparentemente ‘azzardata’ del 28enne, che in prima persona ha voluto chiarire la vicenda. «Negli ultimi giorni sono state dette cose inesatte circa la chiusura del parco e del bar gestito da me negli ultimi anni – ha spiegato il giovane imprenditore a Primo Piano Molise– la mia non è stata una decisione presa a cuor leggero ma ben ponderata e il sindaco era a conoscenza della situazione». Il contratto infatti è stato risolto anticipatamente per inadempienza il 26 marzo scorso, come si evince dalla determina dirigenziale numero 828. «Tant’è che intorno al 10 aprile – evidenzia Giglio – ho ricevuto la comunicazione dall’Ufficio Patrimoni e Attività Economiche del Comune in cui mi si intimava la riconsegna delle chiavi entro e non oltre il 20 luglio. Consegna che ho effettuato venerdì 13 luglio».
Dunque in Municipio non potevano non sapere che il parco avrebbe chiuso i battenti, «e le soluzioni alternative – incalza Marco Giglio – le avrebbero potute trovare nell’arco di questi 4 mesi, ovvero da quando è stata determinata la risoluzione del mio contratto».

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