A poche ore dalla manifestazione non si arresta l’ondata di odio contro il Molise pride. Le ultime minacce rivolte all’Arcigay, pubblicate a mezzo social, provengono dallo stesso utente che pochi giorni fa aveva postato sulla pagina ufficiale dell’evento, una gif di un uomo con un lanciafiamme.
Ma evidentemente Teo Puglisi, questo il suo nome, pensava di non aver ancora espresso in maniera esplicita il suo pensiero. Così ieri, sempre sulla pagina social dell’Arcigay ha postato un nuovo commento offensivo e un’immagine minatoria, prontamente denunciato dall’associazione:
«Il comitato organizzatore del Molise Pride fa sapere di aver presentato formalmente denuncia alle forze dell’ordine per l’ennesima minaccia, stavolta raffigurante una bomba atomica sulla mappa di Campobasso, recante il percorso del Molise Pride.
A rispondere, anche a seguito delle altre due minacce, tra cui un cappio, direttamente la madrina dell’evento Vladimir Luxuria.
Una risposta ironica, volta a non creare ulteriori allarmismi, ma che ricorda come già esistono paesi al mondo in cui l’omosessualità è punita con l’impiccagione.
“Il 28 luglio saremo a Campobasso – conclude Luxuria – per una Campobasso diversa da Teheran, (in Iran è presente pena di morte per persone omosessuali ndr), che alcuni auspicano.
Facciamoci una risata su questi omofobi fuori dalla storia e pieni di polvere. Con una risata li seppelliremo e la storia farà il suo corso”».
Lo stesso utente, ieri pomeriggio, è passato poi ad un avvertimento ancora più grave rispetto ai precedenti: l’immagine di persone impiccate con una minaccia ben chiara: «Se la sfilata dei sodomiti non sarà revocata, uno degli organizzatori, uno qualunque a sorte, sarà pestato di botte e mandato in ospedale». Immediata la reazione dell’Arcigay: «Altri cappi al collo sono stati inviati agli organizzatori, ma stavolta la minaccia è diventata ancora più violenta, promettendo di pestare a sangue gli organizzatori fino a spedirli in ospedale.
Abbiamo avvisato immediatamente le forze dell’ordine, che sono al nostro fianco, segnalando anche l’episodio all’Oscad, Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori .
Ci aspettiamo la solidarietà di tutti e che in piazza scendano quante più persone, perché nessuna minaccia talmente grave è giustificabile.
La violenza e la morte non si augurano a nessuno. Durante il Pride ribadiremo che Campobasso non è una città fondata sull’odio, come accade nei paesi in cui l’omosessualità è punita con la pena di morte».

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